Pubblicità

Un’antipolitica crescente e sempre più qualunquista, il forte astensionismo registratosi nelle recenti elezioni regionali in Sicilia, ci hanno dato il quadro realistico della crisi irreversibile dei partiti incentrati attorno alla figura di un leader carismatico, attorniato da un, più o meno, ristretto gruppo di fedelissimi “colonnelli”. Questo modello di partito nato nel 1994, con la “discesa in campo” di Berlusconi, ha, via, via, contagiato tutti, o quasi, gli attori politici della cosiddetta seconda Repubblica. Nei simboli di alcuni partiti veniva inserito a caratteri cubitali il nome del leader, in altri nulla si muoveva senza il consenso del rispettivo capo. Poco dibattito interno, nessuna minoranza, chi dissentiva era destinato all’emarginazione e alla fuoriuscita. Una ristretta oligarchia, aiutata da un sistema elettorale che togliendo definitivamente al cittadino elettore ogni possibilità di scegliere un proprio candidato, ha di fatto creato una nuova classe politica sempre più distante dai problemi del cittadino e del territorio, impegnata, com’era, nella lotta per la propria sopravvivenza alla ricerca dei favori dei rispettivi capi. Allontanando, sempre di più, la gente dalla partecipazione politica. Oggi, mentre assistiamo alla liquefazione di queste formazioni politiche, uccise dall’immobilismo e impigrite dai privilegi, nasce un nuovo modello di aggregazione politica: quello della massima partecipazione e della democrazia diretta. In questa direzione, scegliendo come principale mezzo di partecipazione la rete, si muove con determinazione il nuovo Partito dei Siciliani. Il movimento che fu fondato da Raffaele Lombardo, incentrato (secondo il modello di allora) nel carisma del suo leader, ha deciso, spinto dallo stesso Lombardo, di aprire una grande stagione di democrazia e di confronto nella quale ogni organo dirigente verrà eletto direttamente dagli iscritti e dove ogni decisione sarà l’espressione della volontà della maggioranza dei militanti. L’idea di un Partito con una forte identità territoriale a difesa degli interessi della Sicilia e del suo popolo. Che si costruisce attraverso metodi largamente partecipativi basati sull’utilizzo di internet. Attraverso il quale rivolgersi e dialogare con la società Siciliana e soprattutto selezionare la sua classe dirigente, è lo stimolo che si vuole dare a quel 53% di siciliani, soprattutto i più giovani, che hanno scelto il non voto per manifestare tutto il loro disaggio e l’avversione verso un sistema politico che non li ha saputi rappresentare. Nessuna rendita di posizione, nessuna vecchia militanza o glorioso passato da far valere, nessun leader preconfezionato o imposto da comitati ristretti. Tutto avverrà attraverso la rete, alla luce del sole, con la partecipazione e il contributo attivo di quelle Siciliane e di quei Siciliani, stufi di recriminare, lamentarsi di tutto e contro tutti, pronti finalmente ad impegnarsi in politica per essere protagonisti del proprio futuro. Con questo intento è stata avviata una innovativa Campagna Congressuale a “democrazia diretta” da realizzarsi interamente attraverso la rete. Chi vorrà aderire al Partito dei Siciliani, chi vorrà cogliere questa occasione per non delegare più ad altri le future scelte politiche, potrà iscriversi sul sito www.partitodeisiciliani-mpa.it – potrà candidarsi ad ogni carica dirigente e fare la propria campagna elettorale sempre sul web. Infine dal 20 al 22 dicembre tutti i militanti voteranno attraverso il sito con il proprio codice, con la garanzia di trasparenza e segretezza, eleggendo tutti gli organi dirigenti comunali, provinciali e regionali e assumendo le decisioni più significative. L’obiettivo è quello di consegnare ai siciliani un partito democratico e moderno, che abbia la forza, la passione e la credibilità per condurre in porto l’impegno per l’autodeterminazione della Sicilia.

Angelo Biondi