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Si è conclusa a Favara un’operazione di servizio dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento che nell’ambito dell’attività finalizzata alla tutela ambientale e per venire incontro alle tante richieste di intervento di molti cittadini, specialmente alla luce delle frequenti attività di inquinamento ambientale, hanno effettuato una serie di controlli della fascia costiera agrigentina, anche con servizi di osservazione dall’alto. Partiti da un’evidentissima macchia nera rilevata nel tratto di mare in cui sversa il fiume Naro con propagazione verso le spiagge di San Leone, a risalire verso l’interno gli accertatori hanno individuato il punto esatto di provenienza dei liquami, attribuibili a scarichi provocati da un frantoio. La titolare dell’oleificio, una donna di 52 anni ed il gestore, di 55 anni, entrambi favaresi, sono stati deferiti a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento per scarico di acque derivanti dalla lavorazione della molitura di olive direttamente in un corso d’acqua localizzato vicino al frantoio, nonché per avere depositato, sempre illecitamente, i residui del processo di lavorazione delle olive in un terreno limitrofo. Nell’ambito dell’operazione, sottoposti a sequestro dai Carabinieri anche la condotta abusiva per lo scarico delle acque ed il piazzale con la “sansa vergine” generata dalla struttura produttiva. A dare conferma alle ipotesi di reato ipotizzate dai Carabinieri saranno i risultati delle analisi di laboratorio  dell’A.R.P.A., interessata dopo i preliminari sopralluoghi con il colleghi del Nucleo Operativo Ecologico di Palermo.