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Un altro modo di creare confusione, di rendere sempre meno fruibile e meno veritiera la banca dati della riscossione. Confusione che peraltro già non manca nel settore dei tributi relativi alla Tari. E non solo nel nostro comune, anche se questo non può essere visto come una consolazione.

Corre voce a Licata – e si tratta di voci purtroppo attendibili – di un ritorno all’esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi e di un suo nuovo affidamento a un’azienda (o società) privata. In questa direzione pare stia lavorando la giunta Galanti di fronte alle difficoltà emerse, e in modo evidente, nel corso della gestione pubblica. È stata l’allora commissaria Brandara, se non ricordo male, a decidere di non rinnovare (alla sua scadenza:31 dicembre 2017) la convenzione con l’Engineering affidandone lo stesso servizio ai dipendenti comunali.

Sono passati quasi due anni. Due anni di criticità palesi. Gli addetti al servizio hanno più volte fatto capire di non poter sostenere elevati carichi di lavoro per il quale, probabilmente, non hanno ricevuto l’adeguata formazione nei sei mesi di transizione, a partire dal 1° dicembre 2018, dalla gestione privata a quella pubblica. E non hanno certo giovato a tutto questo i continui trasferimenti del personale comunale da un settore all’altro, ivi incluso quello dei tributi che presuppone appunto specifica preparazione per l’efficienza del servizio. Che, oltre alla riscossione, deve anche individuare e segnalare casi di evasione superiori al cinquanta per cento per quanto riguarda il pagamento della Tari.

Tutto questo disorienta i cittadini che chiedono o attendono chiarimenti per i contenziosi attuali e per quelli pregressi, prima costretti a lunghe file presso l’ufficio dell’Engineering, e poi a cambiare interlocutore. Spesso senza vedere completamente soddisfatte le loro richieste.

È chiaro che simili fluttuanti passaggi da una gestione all’altra hanno responsabilità politico-amministrative passate e presenti. I lunghi e continui commissariamenti della città hanno impedito delle scelte politiche su come gestire un servizio fondamentale per le casse comunali. E cioè un servizio pubblico con la necessaria formazione del personale. Oppure una sua soddisfacente e definitiva privatizzazione.

E così torniamo alle naturali domande che ci siamo posti in tutti questi anni: chi è responsabile dei continui commissariamenti della città? Chi non è stato in grado purtroppo di tracciare e seguire una linea di seria programmazione amministrativa non solo nella gestione della riscossione dei tributi?

La risposta ai due quesiti è unica e scontata. È responsabile la politica. E cioè i sindaci e i consigli comunali negli anni in cui, tra un commissariamento e l’altro, sono stati in carica.

Ora si riparla di un possibile nuovo affidamento esterno del servizio. In questo modo si delegittima politicamente il lavoro in house di questi due anni. Ma se lo si ritiene una soluzione, accettiamolo. Come l’abbiamo accettato altre volte. In silenzio e rassegnati.

Gaetano Cellura