È probabile che l’elezione del nuovo presidente del consorzio Tre Sorgenti sia avvenuta “in un clima di serenità”, come dice il sindaco di Palma Stefano Castellino. E non c’è motivo finora di non credergli. Resta il fatto, per noi, che Licata è stato l’unico comune che ha dovuto subire l’elezione del presidente Vincenzo Corbo, ex sindaco di Canicattì e da un po’ di tempo vicino alle posizioni dell’onorevole Roberto Di Mauro. Assente alla votazione il comune di Campobello di Licata, a favore di Corbo si sono espressi i comuni di Canicattì, di Palma di Montechiaro (cui va la vicepresidenza), di Grotte, Racalmuto e Ravanusa.
Per Licata, comune capofila, si tratta di una sconfitta politica. Ricordiamo che ci sono stati momenti nella storia dell’acquedotto Tre Sorgenti in cui potevamo vantare e la presidenza e la vicepresidenza. La nostra forza politica attuale appare piuttosto debole: e ancora di più alla luce di questa votazione. Che sa tanto, a una prima impressione, di accordo preconfezionato e, per Licata, ad excludendum. È strano infatti che al comune capofila non sia stata assegnata neppure la vicepresidenza.
Cosa è successo negli incontri preparatori alla votazione e alla scelta dei nuovi vertici del Consorzio? I sindaci di Canicattì e di Palma hanno saputo muoversi meglio per tenere compatto un fronte anti-Licata e la nostra delegazione non è mai stata in grado di romperlo o quanto meno di contrastarlo?
Pare di sì. Benché, di fronte ai numeri, in democrazia bisogna sempre chinare la testa. Ma in questa circostanza il clima non mi pare sia stato proprio sereno. Perché Licata un suo candidato l’aveva sino all’ultimo. Ma ha dovuto rinunciarvi e giustamente non bruciarne il nome perché i giochi erano fatti, gli accordi presi. E da questi fatti e accordi pare sia stata fatta fuori. Nel senso che una sua eventuale rivendicazione non è mai stata presa in seria considerazione.
Un’altra domanda è d’uopo porre. Siamo certi che in una situazione non di rottura tra il sindaco Galanti e il deputato Carmelo Pullara, ma di collaborazione (com’era fino a qualche mese fa) le cose sarebbero andate allo stesso modo? Questa rottura, che si poteva pure evitare, non potrebbe essere il primo scotto che Licata paga in termini di forza politica e di contrattazione?
Il Tre Sorgenti (ma questa è un’opinione personale) è un consorzio da sciogliere per una serie di ragioni che qui sarebbe lungo elencare. La sua presidenza era comunque è un’ambizione di questa giunta, come lo è stata sempre delle precedenti. E doverla perdere in questo modo è un fatto che brucia. Come un fallimento politico.
Gaetano Cellura