Un viaggio dalla terra alla tavola: tradizione, sapori e memoria.

Una giornata all’insegna della tradizione, della cultura e della sostenibilità ha preso vita ieri tra i campi del Food Camp e l’Agriteatro Didattico, grazie all’iniziativa promossa da La Via del Grano in collaborazione con l’Istituto Paritario Sandro Pertini, la sociologa Jessica Sciascia, l’esperta di tradizioni gastronomiche Lidia Liotta e l’agricoltore custode Tony Rocchetta.

L’evento ha rappresentato un vero e proprio viaggio sensoriale e didattico, che ha portato studenti e partecipanti a immergersi nelle radici dell’agricoltura siciliana, dalla coltivazione del grano antico alla creazione di un piatto tradizionale, esaltando la filiera corta e la biodiversità agroalimentare.

Dalla terra alle mani: il racconto della tradizione

Il percorso ha avuto inizio presso il Food Camp, campo sperimentale che ospita oltre dieci varietà di grani antichi siciliani. Qui, gli studenti hanno potuto approfondire l’importanza della conservazione del germoplasma, scoprendo le fasi fenologiche del grano e osservando da vicino la fase di levata, un momento cruciale della crescita della pianta.

Successivamente, il gruppo si è spostato tra i monti per raccogliere finocchietto selvatico, ingrediente principe della cucina siciliana, sotto la guida esperta di Nonno Bartolomeo, custode di una tradizione che da cinque generazioni valorizza le conserve e le erbe officinali della nostra terra.

Un momento fondamentale dell’esperienza è stato il contributo dell’azienda agricola di Giacomo Mantia, che ha donato due varietà eccezionali di pomodori – il Datterino e il Piccadilly – coltivati con metodi naturali e arricchiti dalle peculiarità dei terreni locali e dell’acqua salmastra, elementi che ne conferiscono un’eccezionale dolcezza.

Dalla lavorazione del grano alla tavola: la riscoperta del gusto autentico

Il viaggio si è concluso all’Agriteatro Didattico, dove gli studenti hanno assistito alla lavorazione artigianale del grano antico, dalla molitura a pietra alla trafilatura al bronzo, fino alla lenta essiccazione della pasta. Qui, hanno potuto comprendere il valore delle tecniche tradizionali che permettono di conservare intatte le proprietà organolettiche e nutritive delle materie prime.

Guidati da mani esperte, i partecipanti hanno infine realizzato un piatto che racconta l’identità culinaria siciliana: la tagliatella sabbiata, una rivisitazione della storica pasta alla milanisa.

Un piatto che esprime tutta l’essenza del nostro territorio grazie a ingredienti semplici ma ricchi di storia:
Sugo al finocchietto selvatico, preparato con un blend di pomodori secondo le antiche tecniche di conservazione delle nonne (burnìa).
Base mollicata tostata, arricchita con alici e ricotta salata, per una texture croccante e un sapore deciso.
Tagliatelle di grano antico Chiattulidda, impastate e lavorate al momento con i ragazzi, per un’esperienza diretta con la tradizione.
Un tocco finale di ricotta salata locale, che ha esaltato ulteriormente il sapore e la genuinità del piatto.

Un’esperienza educativa e sensoriale per il futuro della nostra terra

L’evento non è stato solo un laboratorio culinario, ma un vero e proprio atto di tutela del patrimonio agroalimentare siciliano. Attraverso il racconto delle tradizioni, il contatto diretto con la terra e la valorizzazione delle eccellenze locali, i giovani hanno potuto riscoprire il significato profondo del cibo: non solo nutrimento, ma identità, memoria e sostenibilità.

“Questo viaggio dalla terra alla tavola ci ha permesso di trasmettere alle nuove generazioni l’importanza di preservare le nostre radici, di valorizzare i prodotti autentici e di rispettare il territorio” – ha dichiarato Tony Rocchetta, agricoltore custode e promotore dell’iniziativa.

“Eventi come questi sono essenziali per creare consapevolezza e per far comprendere che il cibo non è solo un prodotto finale, ma il risultato di un processo lungo, fatto di passione, lavoro e amore per la terra” – ha aggiunto Jessica Sciascia, sociologa e coordinatrice del progetto.

Grazie alla collaborazione tra aziende, istituzioni scolastiche ed esperti del settore, La Via del Grano continua a essere un modello di valorizzazione del territorio e delle sue ricchezze, promuovendo un turismo esperienziale autentico e sostenibile che lega il passato al futuro.