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Tiroide, quali cibi influiscono?

Partiamo dal principio.

La tiroide è una piccola ghiandola che regola i processi metabolici, la forza muscolare, la temperatura corporea, il colesterolo, il ciclo mestruale, il tono dei vasi, il battito cardiaco, il trofismo di pelle e capelli e il peso corporeo.

Attraverso l’estrazione dello iodio dagli alimenti  produce due ormoni, il T4 e il T3 (decisamente in misura inferiore). In realtà è proprio quest’ultimo a svolgere tutte le funzioni metaboliche. A tenere sotto controllo i livelli di T3, un altro ormone, l’RT3. Quando quest’ultimo però supera i livelli del primo, appaiono dei sintomi che contrastano il regolare metabolismo (e un eventuale dimagrimento). L’ormone T3 favorisce la lipolisi e l’uscita degli acidi grassi dagli adipociti (cellule di grasso).

Chiarito cos’è la tiroide e qual è il suo ruolo nell’organismo, vediamo quali alimenti possono stimolarla e  quali altri invece possono interferire con il suo funzionamento.

Risultano indispensabili il sale marino integrale, il pesce e i crostacei perché ricchi di iodio, zinco e selenio, tre micronutrienti importanti per il corretto funzionamento della tiroide. Preziosi alleati sono anche i carboidrati. Quando l’organismo è privato di tale nutriente inizia a liberare acidi grassi, la tiroide quindi, inizia a compensare riducendo drasticamente i livelli di T3. Le diete ipocaloriche e l’esclusione dei carboidrati dalla dieta comportano proprio un rallentamento del metabolismo!  Tra i più consigliati dunque sono il riso integrale al 100% e carboidrati a basso contenuto di glutine come il pane integro di grano biologico (maggiormente ricco fra l’altro di selenio)e l’orzo. Tra i cibi utili anche i broccoli e gli spinaci (rigorosamente cotti),  l’olio di cocco e i semi di girasole.

Al contrario, tra i cibi incriminati troviamo invece le crocifere, ovvero la famiglia dei cavoli (broccoli, broccoletti, cavoli, cavolini di Bruxelles, verza) se mangiate crude.  Alcune sostanze contenute al loro interno possono infatti rallentare il metabolismo dello iodio, problema che si elimina però con la cottura . Tra gli alimenti “gozzigeni”, cioè inibitori della funzionalità della tiroide, anche miglio, arachidi, pesche, fragole, ravanelli, semi di lino, tapioca, latte di soia  e formaggi da animali nutriti con mangimi a base di soia (legume con forte capacità inibitoria).

Nelle infiammazioni tiroidee (quale ad esempio la tiroidite di Hashimoto) si potrebbe trarre beneficio dall’esclusione del glutine. Un’intolleranza verso questa molecola potrebbe essere alla base di una patologia autoimmune. Naturalmente l’astensione temporanea da questa dovrebbe dare un miglioramento del quadro clinico. Il caso specifico va comunque sempre valutato singolarmente dal proprio medico.

Il cibo ha il potere di attivare o disattivare la maggior parte delle  funzioni  del nostro corpo. Sta a noi decidere quale bottone pressare…

Dr.ssa Sandra Greco,

esperta in alimentazione. Abilitata in dietologia e dietetica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania nel 2005, inizia la sua attività professionale a Milano. Dopo qualche anno si trasferisce a Enna, sua città natale per collaborare con società sportive professionistiche e medici specialisti della Sicilia.

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