Responsabile della sezione di Palma di Montechiaro sarà Carmen Piritore, che traccia così, in sintesi, le linee del suo nuovo impegno: “La nuova sezione di “A testa alta” nasce dall’esigenza di una partecipazione attiva sul territorio palmese. Si tratta di una sezione i cui associati appartengono a diverse generazioni ma che scelgono di lavorare fianco a fianco condividendo esperienze e competenze differenti. L’interesse civico e la promozione di una cultura della legalità sono gli obiettivi che vi stanno alla base. La nostra – aggiunge Carmen Piritore – è un’opposizione all’indifferenza, alla rassegnazione ormai radicata da secoli nel nostro territorio. La proposta è quella di un’alternativa concreta raggiungibile solo attraverso un continuo dialogo con le istituzioni e i cittadini, la riappropriazione del territorio, la creazione di nuovi spazi di aggregazione e la lotta al fenomeno mafioso agrigentino”. “
A testa alta” ha, inoltre, istituito una sezione Junior con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di giovani possibile. Per i soci Junior, riservata ai minori di 16 anni, è stato previsto l’esonero dal pagamento della quota associativa. Sarà un’opportunità in più per i più giovani, che avranno così la possibilità di confrontarsi sulle diverse aree di lavoro, di impegnarsi in percorsi di educazione alla legalità, ricevendo gratuitamente materiale didattico-informativo. Referente della sezione Junior sarà il quattordicenne Dario Tardino, che con il suo intervento sul rapporto mafia-politica alla prima assemblea delle associazioni antimafia e antiracket operanti nella provincia di Agrigento, svoltosi presso la sede di “A testa alta” lo scorso mese di dicembre, non solo ha catalizzato l’attenzione ma ha rapito letteralmente i presenti. “Ringrazio ” – ha dichiarato il giovane Tardino – l’associazione “A testa alta” alla quale assicuro il mio impegno per avvicinare i giovani alle tematiche dell’antimafia tramite iniziative ed eventi che li coinvolgano anche nelle loro scuole. Il tempo che i ragazzi trascorrono a scuola è significativo e la scuola, prima di insegnare dovrebbe educare, facendo vivere agli alunni i valori della comunità e della responsabilità”.