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TEATRO COMUNALE “RE”, altro attacco di Angelo Biondi.

Sempre da notizie informali, visto che i nostri amministratori, sindaco in testa, non si degnano più di dare ai cittadini la ben che minima risposta, pare che, fra gli alti funzionari in forza al nostro comune, si sia fatto avanti un volontario/a disposto a firmare il contratto con la ditta aggiudicataria dei lavori di restauro del nostro teatro comunale (l’atto formale dovrebbe avvenire, salvo imprevisti, domani, venerdì 10 c.m.). Degno plauso, va fatto, a questa anima sensibile, a cui va dato merito con questo suo gesto, di aver evitato la possibile perdita dello specifico finanziamento, oltre che un sicuro contenzioso con la ditta vincitrice dell’appalto. Appena ne conosceremo il nome, non mancheremo di ringraziarlo/a pubblicamente. Cosa che, con tutta la comprensione umana e politica, non potremo fare con nessuno dei nostri attuali amministratori, in quanto è inammissibile il loro testardo ed arrogante silenzio. Il primo compito di un amministratore è dialogare con i cittadini amministrati, informare, spiegare, dare le dovute delucidazioni, a maggior ragione quanto queste vengono richieste, tra l’altro in maniera garbata e rispettosa.
Sindaco Galanti, la mia non è polemica. Chi scrive non è un oppositore della tua amministrazione, ma un comune cittadino attento e partecipe alla qualità della vita e alle sorti della città in cui vive. Comprendiamo le difficoltà con cui vi confrontate quotidianamente, ma questo non giustifica il comportamento strafottente ed omertoso in cui vi siete rifugiati da un po’ di tempo a questa parte. Che la situazione della nostra città fosse difficile e complessa, in alcuni settori quasi drammatica, era cosa ben risaputa, eppure hai insistito per essere prima candidato e poi sindaco della città. Hai raccontato e promesso che sapevi come risolvere i vari problemi, che saresti stato un sindaco attento e rispettoso, pronto all’ascolto e al dialogo con tutti; ed ora, difronte alle difficoltà oggettive dell’azione amministrativa, non solo fai appello “all’eredità ricevuta”, ma neghi una risposta anche al più piccolo dei quesiti. Voglio ricordare a me stesso, che scegliere di essere sindaco, non è una cosa personale per cui non si è chiamati a dare conto agli estranei, ma significa amministrare in nome e per conto dei cittadini, e a essi bisogna dare le dovute risposte, specialmente quando sono richieste.