Le tabelle che la Ditta Aesis di Bergamo, aggiudicataria dell’appalto, ha già collocato e sta continuando a collocare nel centro storico e in periferia ad indicare aree archeologiche, paesaggistiche e sedi di importanti architetture liberty, sono in buona parte “false e bugiarde”. 100 mila euro di fondi europei per dare ai nativi e ai turisti indicazioni non esatte circa l’epoca della costruzione di tanti monumenti di architettura religiosa e civile della nostra città. Se non si vuole cadere nel ridicolo intervengano al più presto il sindaco Cambiano, al quale abbiamo già riferito, e gli assessori ai Beni Culturali, Vecchio, e al turismo, Licata D’Andrea, l’ispettore onorario ai Beni Culturali, prof. Franco La Perna, la Pro Loco, L’Associazione Archeologica Licatese, l’Associazione Finziade, perché tutte le tabelle ”bugiarde” siano rimosse, corrette e rifatte. Sarebbe grave mantenerle, sarebbe una vera vergogna e soprattutto una offesa a quei fondi europei spesi non male, ma malissimo. Ci sono, a nostro parere, tutti gli estremi per bloccare i pagamenti alla ditta bergamasca e la revoca dell’incarico se non dovesse provvedere.
Alcuni esempi. La cappella del Crocefisso della Chiesa Madre non è del XV sec. (1400), ma venne realizzata tra il XVII e il XVIII secolo, ossia tra il 1600 e il 1700 e precisamente dal 1636 al 1705. E’ evidente al più ignorante di storia dell’arte che non si tratti di un’opera rinascimentale, ma di un’opera barocca. La chiesa di Sant’Angelo non è del XII secolo, non è affatto un monumento normanno, ma barocco. Quindi è del XVII sec. Non poteva essere edificata prima del martirio del santo a cui è stata dedicata. Infatti, sempre che sia esistito, Sant’Angelo sarebbe nato nell’ultimo quarto del 1100, considerato che sarebbe stato ucciso a Licata nel 1220. La chiesa attuale venne iniziata a costruire su una preesistenza nella prima metà del XVII secolo (1639), venne consacrata nel 1733 e i lavori proseguirono sino alla prima metà dell’800, senza che la chiesa fosse mai ultimata. Il convento di Sant’Angelo non risale affatto al XII secolo (1100), ma al XVII secolo. I lavori iniziarono i primi anni del 600 e furono quasi completati nel 1670.
A questo punto è opportuno che il sindaco Cambiano, nel dubbio, faccia controllare tutte quante le tabelle, faccia verificare se siano state posizionate nei luoghi giusti, faccia rimuovere quelle con le scritte errate e provveda perché vengano rettificate, sospendendo i pagamenti.
Calogero Carità