Straordinari anche i relatori: Ernesto De Miro, già Soprintendente alle Antichità di Agrigento e Professore Ordinario della Cattedra di Archeologia presso l‘Università di Messina che, con la sua relazione dal titolo “Giacomo e la mia Archeologia” ha ripercorso, in maniera intensa e commovente, le principali tappe della sua esperienza di ricerca a contatto con il Caputo; Caterina Greco, Soprintendente per i BB.CC.AA di Agrigento che ha fatto il punto sullo stato delle conoscenze attuali sulla “Via del sale e dello zolfo”. Hanno fatto seguito le relazioni di Pamela Gambogi, archeologa della Soprintendenza della Toscana, che ha focalizzato l’attenzione sul ruolo di Giacomo Caputo come Soprintendente alle Antichità per la Toscana e quella di Aurelio Burgio, professore di Topografia Antica nei Corsi di Laurea in Beni Culturali ed Archeologia, che ha analizzalo l’evoluzione delle ricerche archeologiche in territorio agrigentino dal Caputo fino ad oggi. Ha chiuso la serie degli interventi, Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare per la Regione Siciliana e Professore di archeologia del mare presso la Philipps Universitat Malburg, che ha affrontato il tema dell’attività di ricerca archeologica del Caputo in Africa. Hanno preso parte alla manifestazione anche i figli del prof. Giacomo Caputo: Annarita, Francesco e Giuseppina, insieme al noto storico Giovanni Contini Bonaccossi, ai quali è stata dedicata la cerimonia di accoglienza che ha caratterizzato la seconda fase della giornata. Il sindaco di Palma di Montechiaro, ing. Pasquale Amato, il presidente dell’archeoclub locale, arch. Piero Fiaccabrino, e l’assessore alla Cultura del Comune, Francesca Capobianco, anche componente dell’associazione, hanno infatti consegnato ai dott.ri Caputo, le targhe dedicate alla memoria del grande archeologo.
Alla fine dei lavori e, dopo il buffet tenuto nelle splendide sale del palazzo ducale, una folta comitiva si è recata in visita nel sito della grotta Zubbia indagata proprio da Giacomo Caputo agli inizia della sua carriera.