Le ragioni per le quali il punto nascite dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata dovrà continuare ad esistere sono state ampiamente esposte da una delegazione del Comune di Licata, nel corso dell’audizione tenutasi questa mattina a Palermo, presso la sesta commissione parlamentare “Sanità”, istituita all’Ars. La delegazione, composta dal Sindaco Angelo Balsamo, dall’assessore comunale alla sanità, Salvatore La Carrubba, dal consigliere Vincenzo Sica, dal direttore sanitario del S. Giacomo d’Altopasso, Angelo Trigona, e dalla presidente della locale sezione del TDM – CittadinanzAttiva, Mariagrazia Cimino, è stata ricevuta dalla sesta commissione, presieduta da Pippo Di Giacomo e dal vice presidente, Enzo Fontana, alla presenza dei deputai regionali Di Mauro, Cracolici e Ferreri, tutti propensi a mantenere il punto nascita del nosocomio licatese e di un altro comune siciliano. All’audizione ha partecipato la dottoressa Murè che ha illustrato le posizioni del governo in materia di chiusura dei punti nascita in Sicilia. Dopo i vari interventi registrati nel corso dell’incontro, il Presidente della Commissione, Di Giacomo, nel concludere ha informato i presenti che la suddetta commissione, peraltro prima in Italia, ha elaborato dei criteri oggettivi, legati alle condizioni logistiche, alla distanza da altre strutture adeguatamente attrezzate, alle peculiarità di ogni singola realtà, per l’individuazione delle strutture da mantenere. Criteri che non tenendo conto di un semplice ragionamento legate al solo numero delle nascite registrate in un anno solare, mirano a mantenere in vita i punti nascita, per la salvaguardia del sacrosanto diritto alla vita dei nascituri e delle mamme. E secondo i criteri che la commissione proporrà all’assemblea regionale di approvare, il punto nascita di Licata rimarrebbe aperto e potenziato. Ragion per cui, il presidente Di Giacomo, ha invitato il rappresentante del governo a fare chiarezza immediata, senza lasciare nel dubbio le popolazioni interessate. Infine ha invitato il governo regionale ad assegnare alle strutture in cui c’è carenza di medici tutti quei sanitari che risultino in esubero in altre bisognose, per una migliore e più efficace distribuzione delle risorse umane e professionali di cui si dispone.
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