DAL RECENTE INCONTRO DI “SOS LICATA”, ALTRI INPUT PER I FUTURI AMMINISTRATORI DELLA CITTA’ DI LICATA.
Questo il documento diffuso dagli organizzatori.
Quando si affrontano argomenti incentrati su numeri, cifre e normative in continua variazione, non è facile, per i non addetti ai lavori, riuscire a capirci qualcosa. Credo, però, che non sia stato così per il discreto numero di presenti al quinto incontro organizzato dal Centro Studi Gaetano De Pasquali, che si è svolto sabato scorso nell’aula magna del Liceo “Linares”. La chiara e fluida esposizione del dottor Andrea Occhipinti, eccellente relatore della serata, ha reso più che comprensibile un tema ostico come quello in cui si parla di documenti finanziari e Bilanci Comunali. È stata anche l’occasione, grazie al vivace e garbato dibattito che ne è seguito, di fare chiarezza sulla situazione finanziaria del nostro comune, ma soprattutto (ed è questo l’aspetto più interessante) un’opportunità per indicare percorsi ed azioni, politico amministrative, per un possibile risanamento delle finanze locali. Quante volte (l’attuale sindaco, in una recente intervista, ha indicato una cifra intorno ai 52 milioni di euro) abbiamo sentito parlare della disastrosa situazione finanziaria e degli enormi debiti accumulati dal nostro comune? A tal proposito, quanti hanno partecipato all’incontro hanno potuto apprendere come e perché è maturato un così cospicuo debito (oggi sicuramente ancora più alto). Debito che ha la sua corposa origine con l’entrata a regime (nel 2015) del d.lgs. n. 118/2011; il decreto che ha rivoluzionato i sistemi contabili e gli schemi di bilancio degli enti locali. L’introduzione del cosiddetto bilancio armonizzato ha, infatti, imposto ai comuni, dopo apposita ricognizione, di cancellare tutti i crediti (residui attivi) vantati dal comune, ma da considerarsi nei fatti di dubbia esigibilità. La prima ricognizione fatta nel nostro comune con il bilancio del 2016 ha portato alla cancellazione di crediti (per lo più tributi Ici, Imu e Tarsu non pagati) per un importo complessivo di circa 19 milioni di euro. Cancellazione che ha generato di conseguenza un disavanzo d’amministrazione e quindi un debito di pari importo. Nello stesso tempo, detta norma, per evitare che gran parte dei comuni italiani andassero in dissesto (cosa ugualmente avvenuta in parecchi casi), dava la possibilità di ammortizzare l’ammontare de debito in 30 anni (cosa che il comune di Licata all’epoca fece). Nonostante questa prima manovra, il disavanzo e il conseguente debito del nostro ente ha continuato a lievitare in modo consistente negli anni successivi (l’odierno debito è stimato oltre i 60 milioni). I motivi vanno ricercati sia nell’applicazione delle regole stringenti imposte dal bilancio armonizzato, ma principalmente nella sempre più scarsa capacità di riscossione dei crediti del nostro comune. Criticità accentuata dai continui pensionamenti che hanno notevolmente assottigliato il personale dell’ente, oltreché dagli inarrestabili ed esosi aumenti dei tributi locali (vedi la Tassa sui rifiuti, più che quintuplicata dal 2008 ad oggi). Quali, dunque, gli input, dati ai nostri prossimi amministratori per avviare un virtuoso percorso di risanamento delle finanze pubbliche? Due su tutti! Il primo: quello di riorganizzare l’ufficio tributi, selezionando fra il personale in forza all’ente un numero adeguato di profili che provengono da una formazione scolastica di natura contabile e/o informatica e fornire loro una rapida quanto qualificata formazione sui metodi e le tecnologie più moderne per consentire un’efficace ed efficiente capacità di riscossione. Il secondo: un’urgente revisione di capitolati e modelli organizzativi finalizzati ad abbassare gli alti costi dei servizi la cui copertura è a totale carico del cittadino, e rendere, nello stesso tempo, dette tasse più chiare ed eque possibili, a cominciare dalla completa revisione del regolamento Tarsu, approvato nel lontano 2014. Documento zeppo di macroscopici errori sia nel numero che nella tipologia delle utenze e su cui viene spalmato, in atto, l’esorbitante costo dei rifiuti.