Continua perseverante l’azione di controllo del territorio della Compagnia Carabinieri di Licata, che sta profondendo grande impegno operativo per la prevenzione e repressione dei reati “predatori”, con particolare riferimento ai furti di materiale in rame perpetrati maggiormente nelle zone rurali e periferiche. Nella serata di ieri i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia, nel corso di un servizio di pattugliamento del territorio, hanno denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento due braccianti agricoli licatesi V. G. cl. 1972 e A.M. cl. 1973, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, resisi responsabili dei reati di ricettazione in corso, trasporto di rifiuti speciali senza la prescritta autorizzazione e, per il solo V. G., guida senza patente perché mai conseguita. In particolare i militari del Nucleo Radiomobile, nel corso di un controllo sulla SS 115, notavano i due agricoltori licatesi aggirarsi nelle vicinanze con atteggiamento sospetto a bordo della propria autovettura Fiat Punto. Pertanto i Carabinieri hanno intimato l’alt e proceduto agli accertamenti del caso. Nel corso del controllo veniva appurato che i due soggetti stavano trasportando ben 50 kg di matasse di cavi in rame di cui non vi era alcuna certificazione circa la loro provenienza, ed altresì vari arnesi idonei a tranciare cavi in rame, il tutto posto sotto sequestro. Inoltre il 42enne licatese alla guida dell’autoveicolo, sequestrato in quanto privo della copertura assicurativa obbligatoria, risultava sprovvisto di patente di guida poiché mai conseguita. Nel tardo pomeriggio è stata inoltre sono state eseguite dai Carabinieri due ordinanze emesse dalla Corte di Appello di Palermo e dall’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Agrigento, traendo in arresto Salvatore La Rocca, 36enne, licatese e Ferau Catalin, 26enne, rumeno abitante a Palma di Montechiaro, per inosservanza delle prescrizioni imposte dal giudice. Le violazioni sono state riscontrate nel tempo dai militari dell’Arma a seguito dei controlli effettuati sulle prescrizioni imposte dall’Autorità con riferimento alle misure coercitive alle quali erano sottoposti.
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