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Soppressione giudice di pace, fioccano le proteste. A parlare sono Antonio Terranova (avvocato) e la sezione locale della CGIL con Mario Augusto.

Apprendo con grande stupore ed indignazione che l’amministrazione comunale ha deciso di chiudere l’Ufficio del Giudice di Pace di Licata – scrive Terranova – È inaccettabile che decisioni così importanti per il futuro di questa citta, vengano prese in camera caritatis senza il coinvolgimento delle categorie interessate. Giova ricordare che l’Ufficio del Giudice di Pace rappresenta un importante presidio di legalità e garantisce alla cittadinanza un servizio essenziale, come quello della giustizia.
Senza considerare che l’orientamento del governo è quello di ampliare le funzioni dei Giudici di Pace, avvicinando le loro competenze a quelli degli ex Pretori.
Questa amministrazione, per l’ennesima volta si mostra insensibile alle esigenze di una città che quotidianamente è mortificata da una mala gestio della cosa pubblica. Vorrei sapere, sia in qualità di avvocato, che in veste di ex consigliere comunale, quale siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a prendere tale decisione. Sicuramente non si tratta di esigenze economiche, atteso che i locali dove è ubicato l’Ufficio del Giudice di Pace sono di proprietà del Comune, ed i dipendenti sono anch’essi comunali. Tra l’altro se l’amministrazione si fosse confrontata con le categorie interessate si sarebbe potuto trovare una soluzione per evitare la chiusura.
Invito i colleghi Avvocati di Licata ed i rappresentanti del neo consiglio dell’ordine ad intraprendere qualsiasi iniziativa che possa scongiurare la chiusura di un presidio di legalità così importante per la città di Licata.

Questo l’intervento di Mario Augusto.

“Chiude l’ufficio del giudice di pace per problemi di bilancio e per la poca attività svolta a fini statistici, la CGIL di Licata ritiene che la città non merita tale trattamento e invita il sindaco e il consiglio comunale a porre in essere iniziative atte a ripristinare tale servizio, coinvolgendo il neo consigliere dell’ordine degli avvocati, Stefania la Rocca a intervenire nei confronti del Presidente del Tribunale di Agrigento a revocare la chiusura. Invita il sindaco a promuovere un incontro con gli avvocati della città per sentire le loro ragioni”.
A scriverlo è Mario Augusto, responsabile della Camera del Lavoro – Cgil di Licata.
“La CGIL ritiene che non sia possibile limitare l’attività di un pubblico servizio quale è quello dell’amministrazione della giustizia ad un rapporto meramente ragionieristico di costi e ricavi, escludendo sempre e comunque – aggiunge Augusto – i benefici che possono godere i cittadini, che con la chiusura del servizio sono costretti, per qualsiasi problema a raggiungere Agrigento. Già Licata è stata penalizzata dalla chiusura della sezione distaccata”.
La Cgil, infine, ha ricordato di cosa si occupa il giudice di Pace-
“I compiti dell’ufficio – conclude Augusto – sono: cause relative a beni mobili fino a 5000 euro; cause relative a sinistri stradale fino a 20000 euro; cause relative a distanze tra alberi a confine; modalità di uso dei servizi condominiali; 5) immissioni sonore, di fumo, ecc. Sono tra l’altro cause che prevedono di solito la presenza di testimoni in fase istruttoria. Quindi un obiettivo disagio legato agli spostamenti (non tanto per gli avvocati quanto per l’utenza)”.