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A Palma di Montechiaro cresce la preoccupazione per l’esigo numero di giorni in cui è stata svolta didattica in presenza. Un gruppo di genitori ha scritto alla nostra redazione.

Nella qualità di genitori e cittadini, sentiamo la necessità di condividere delle riflessioni, con la speranza di suscitare un dibattito che sino ad oggi è stato quasi inesistente nella nostra comunità.
Le nostre preoccupazioni riguardano l’attuale chiusura della scuola di ogni ordine e grado a Palma di Montechiaro che, ahimè, si protrae da quasi l’inizio dell’anno. La repentina impennata dei contagi nella nostra cittadina ha costretto nuovamente, in seguito alla richiesta del Sindaco e all’ordinanza del Presidente della Regione, gli studenti di tutte le età a seguire le lezioni da casa o meglio in DAD (didattica a distanza) come si usa dire oggi.
Uno degli spunti che ci hanno portato a riflettere sul tema mi è stato fornito da un report dell’associazione onlus “Save the Children” pubblicato all’ inizio di marzo. Lo studio ha registrato il numero di giorni di scuola in presenza persi a livello globale e ovviamente anche a livello nazionale. I dati pubblicati su tutti i media nazionali mettono in luce ciò che è avvenuto in 8 capoluoghi di regione presi come campione.
A Milano i giorni di scuola in presenza, da Settembre a Marzo, sono stati 107. A Roma 108, a Napoli 54, a Bari 48, a Reggio C. 79, a Torino 104, a Palermo 99, a Firenze 106.
Il documento, oltre a contenere freddi numeri, esprime la testuale considerazione: “Sappiamo bene quanto le diseguaglianze territoriali abbiano condizionato in Italia, già prima della pandemia, la povertà educativa dei bambini, delle bambine e dei ragazzi…….. a causa di gravi divari nella offerta di servizi per la prima infanzia, tempo pieno, mense, servizi educativi extrascolastici. Il rischio è dunque quello di un ulteriore ampliamento delle diseguaglianze educative”.
Da Settembre ad oggi, a Palma i giorni in presenza sono stati 50/55. L’anno scolastico sta per concludersi e la prospettiva non è delle migliori. Il nostro comune è, senza tema di smentita, uno dei comuni d’Italia che ha fatto meno giorni di scuola in presenza. Ciò è stato determinato, a nostro avviso, dalle pulsioni interventiste e decisioniste dei nostri amministratori locali che, a causa di una visione miope e distorta di ciò che rappresenta la scuola, hanno deciso di considerarla come la causa e al tempo stesso la soluzione del problema. In particolare, nel periodo tra fine Ottobre e le feste natalizie il Sindaco Castellino,nella totale indifferenza delle istituzioni scolastiche locali ed il silenzio dell’ ufficio scolastico provinciale, ha ritenuto opportuno chiudere gli istituti scolastici di ogni ordine e grado per quasi 60 gg, senza che le ordinanze emanate fossero supportate da alcun parere delle istituzioni competenti, ASP in questo caso, come previsto dalle circolari e dal buon senso. Evidentemente, esauritosi il dibattito che ha portato il nostro comune a candidarsi come “Capitale della Cultura 2022”, la scuola ha perso il suo fascino e le sue attrattive in termini di diritto da riconoscere e garantire a tutti.
Fatta questa premessa, è sempre più forte la necessità di avere risposte da parte degli amministratori, dei dirigenti scolastici e di tutte le autorità competenti. Considerata l’ importanza riconosciuta a livello globale della scuola in presenza, visti i danni che la stragrande maggioranza dei pedagogisti, psicologi ed educatori in genere paventano sulla psiche e sul percorso di crescita di bambini e ragazzi, la domanda è: avremmo potuto fare di più per permettere ai nostri figli di frequentare la scuola in presenza a Palma senza aggravare ulteriormente la situazione di emergenza sanitaria?
Per quanto ci riguarda, crediamo assolutamente di Sì.
Come dimostrato dai dati pubblicati dall’ ufficio scolastico provinciale, la scuola è certamente un luogo sicuro, certamente più di altri posti che continuano ad essere frequentati dai cittadini. Nonostante ciò e i dati incontrovertibili che lo dimostrano, la scuola rimane chiusa.
A pochi chilometri da noi (evitando di menzionare la realtà nazionale perché il confronto sarebbe impietoso), comuni nelle stesse condizioni sanitarie, se non peggiori, hanno sempre garantito ed incentivato le attività scolastiche in presenza. Ci chiediamo, i Sindaci delle suddette comunità sono degl’irresponsabili? hanno la bacchetta magica? o considerano semplicemente l’educazione, la formazione e la crescita dei nostri piccoli una priorità?
In conclusione, auspichiamo che tutti coloro che dovranno prendere provvedimenti in questa direzione per la prossima settimana, decidano con buon senso. Oggi come non mai è richiesto il nostro coraggio e la nostra attenzione per difendere i nostri figli e il loro futuro. Come genitori, insegnanti, amministratori e semplici cittadini, abbiamo il dovere di essere coraggiosi e lungimiranti per fornire un modello di riferimento positivo ai nostri piccoli che ci osservano in silenzio ma che un giorno pagheranno le conseguenze delle nostre scelte.

Andrà tutto bene,sperando di non lasciare indietro nessuno.

Un gruppo di genitori preoccupati