“Ho scritto a chi di competenza, relazionando in dettaglio, una lunga missiva ma dopo quasi 2 settimane non ho ricevuto risposte” dichiara Ignazio Cutrò “io e la mia famiglia siamo confinati a casa da oltre 15 giorni, chiedo solo che venga ripristinato il servizio con il vecchio nucleo che garantiva la sicurezza e la protezione a me e ai miei cari. Non è concepibile che a coprire il servizio siano militari dell’arma che non conoscono il territorio e le basilari nozioni di sicurezza” e continua “in queste condizioni si creano situazioni a rischio come ad esempio quella di ritrovarsi a fare la fila inermi in un ufficio pubblico accanto ai familiari delle persone che ho contribuito a mandare in carcere o peggio ancora che il servizio scorta interrompa il tragitto per controllare situazioni terze. ” Ignazio Cutrò conclude dicendo “E’ immutata la stima verso l’arma dei Carabinieri che considero come la mia famiglia, ma anche all’interno di una famiglia possono crearsi forse dei dissapori che hanno come conseguenza quella di creare un clima poco sicuro intorno”.
Ci si chiede il perchè non venga ripristinato il servizio di protezione e sicurezza con il personale che lo ha svolto fino al 10 agosto, e inoltre perchè in altre situazioni dove è a rischio l’incolumità delle persone, anche in provincia di Agrigento, si dispone di personale e mezzi adeguati e per Ignazio Cutrò non è possibile? Perche nessuno ha risposto alle relazioni inviate da Ignazio Cutrò ? Lo stato forse ha abbandonato chi coraggiosamente ha denunciato la mafia in Sicilia ?
Sicilia, Ignazio Cutrò “isolato” da 15 giorni: lo stato abbandona i testimoni di giustizia?
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