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Hanno trovato l’accordo solo sul nome. Un brutto nome, ma tra le cose da decidere era in fondo la più semplice. La nuova azienda consortile speciale chiamata a gestire il servizio idrico nella provincia di Agrigento, dopo il fallimento di Girgenti Acque, si chiamerà AICA (Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini). Rinviata di una settimana invece la nomina del suo CdA. Perché – questo è quello che ci fanno sapere – non tutti i sindaci dell’ATI hanno ricevuto i curricula, non potendoli dunque valutare, dei diciotto aspiranti a farne parte. Tra i quali si leggono nomi e cognomi che fanno pensare a personalità (o a loro stretti familiari) che hanno già avuto ruoli nella politica provinciale o nel management di qualche carrozzone clientelare; e sui quali è opportuno fare immediata chiarezza.

Secondo il sindaco di Montevago, l’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, c’erano già nella riunione dell’ATI di ieri pomeriggio i presupposti (stando alle garanzie date dai curricula) per la nomina di almeno due dei tre candidati al CdA e di rinviarne la terza al prossimo incontro. Ma la sua proposta non è stata accolta in quanto la terna va nominata nella sua completezza. Se il criterio di valutazione degli aspiranti è davvero il merito (i meriti); è davvero la competenza, come è stato sbandierato  in questi giorni e come vogliono farci credere, si poteva pur accogliere la proposta della sindaca e deputata regionale. Ma temiamo invece che altri siano i veri interessi e che la posta in gioco sia politica. Il che rende difficile valutare la credibilità e il disinteresse politico sia di chi propone sia di chi respinge le proposte.

I tempi lunghi non giovano tuttavia agli interessi dei cittadini. Ancora di più dopo l’allarme lanciato dal commissario Venuti cui è affidata l’attuale gestione di Girgenti Acque. Il pagamento dei debiti, imposto dal tribunale fallimentare all’ex gestore del servizio idrico, può renderlo immediatamente impossibile per la mancanza delle necessarie risorse finanziarie. La situazione è drammatica. Da una parte l’obbligo inderogabile di far fronte alla grave situazione debitoria; e dall’altra la necessità di pagare i dipendenti e di non far mancare l’acqua ai cittadini. Lo scenario più serio e rischioso. Di fronte al quale la politica, l’Assemblea dei sindaci dell’ATI, lo stesso assessorato regionale all’energia che non presta molta attenzione alla grave realtà idrica dell’agrigentino, prende tempo, rinvia le decisioni invece di accelerarle.

Gaetano Cellura