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Ritengo inaccettabile, e le sollecitazioni mi arrivano da più parti, che solo Licata sia privata, a differenza di ciò che avviene in tutte la altre cittadine non solo della provincia ma di tutta la regione, della uscita del proprio Santo Patrono, Sant’Angelo, dal santuario.
E’ il commento dell’on. Carmelo Pullara.
Certo – continua il deputato – l’incremento dei contagi impone di prendere tutte le precauzioni del caso, ma l’uscita di Sant’Angelo e la celebrazione di una messa all’aperto, con i distanziamenti, le tutele, le vigilanze necessarie, è una ricorrenza religiosa che meriterebbe di essere fruibile soprattutto per i licatesi che tornano per le vacanze estive e per riabbracciare i propri cari. Peraltro, ricordo che questo anno cadono le celebrazioni dell’ottocentenario.
La diatriba, tra il comune e la curia in uno all’ordine dei Carmelitani, non può essere fatta pagare ai licatesi quasi a ricordare le disfide cinematografiche alla Peppone e don Camillo.
Chiedo pubblicamente – continua Pullara – a Galanti, oggi sindaco di Licata, alla giunta, al consiglio comunale di farsi promotori di un tavolo conciliativo con la curia, l’ordine dei Carmelitani, la prefettura, le confraternite, le associazioni di volontariato, le associazioni dei portatori del Santo, i rappresentanti delle forze dell’ordine e tutti gli attori necessari, per assicurare che domenica prossima, giorno 22, così come da tradizione, vengano messe da parte le contrapposizioni per assicurare ai licatesi il godimento, ribadisco con le tutele per la salute previste, della festa del proprio Santo Patrono Sant’Angelo, io per parte mia sono disponibile a qualsivoglia azione pur non rivestendo alcuna carica di amministrazione attiva.
Mi auguro – conclude Pullara – che questo mio appello venga accolto e che lo svolgimento dei festeggiamenti possa aprire un varco di dialogo per superare le tensioni dei mesi passati che ci hanno portato allo stallo a spese dei licatesi.