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Foto 2 protesta a PalermoIl vicesindaco Angelo Cambiano, in rappresentanza dell’Amministrazione, ha partecipato, unitamente ai sindaci degli altri Comuni agrigentini al sit in di protesta che si è tenuto a Palermo, di fronte alla sede della Presidenza della Regione, contro la gestione pubblica delle acque e la disparità di trattamento, nella determinazione delle tariffe, tra coloro (i 27 comuni) che, nel 2008, nel rispetto della legge,  hanno regolarmente consegnato gli impianti idrici all’Ato, costretti a pagare tariffe ben più salate, e quelli invece non che  l’hanno fatto, dove vengono applicate  tariffe forfettarie e più leggere rispetto ai primi. Quindi, una protesta contro un sistema gestionale fallimentare, contrario ai principi di economicità che avevano ispirato la costituzione degli Ato idrici. “Basti pensare al fatto – sottolinea il vicesindaco – che mentre noi, cittadini del Comune di Licata, siamo costretti a pagare una quota fissa annua di € 56,80 per l’utenza domestica di residenza, ed una quota relativa a consumi per metro cubo di acqua che varia da 0,5087 sino ad un massimo di € 2,4329 (a seconda delle fasce), ed una quota fissa di € 140,37 per le utenze domestiche di non residenza, con tariffe idriche a foto 2metro cubo di acqua che variano da 1,2164 ad un massimo di 2,8753, per servizi peraltro non resi secondo quanto stabilito dal vigente contratto, nella vicina Palma di Montechiaro, che non ha consegnato gli impianti ma ha continuato con la vecchia gestione, le tariffe sono di gran lunga inferiori. Da ciò la protesta dei sindaci dei 27 comuni che si servono della gestione d’Ambito, per un ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, allo stop ad una gestione fallimentare sotto tutti i punti di vista,  per un livellamento delle tariffe a carico dei cittadini, uguali per tutti, in modo da porre fine a questa anomalia tutta agrigentina e siciliana”.