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municipioMaggioranza e opposizione torneranno a confrontarsi a Licata. Dopo quattro anni di commissariamento del consiglio comunale, con le elezioni del 9 e del 10 di giugno, la città riacquisterà la normale dialettica politica e la piena democrazia. Già vent’anni fa, nel biennio 1992-94, abbiamo vissuto una situazione per certi aspetti simile. Allora il consiglio comunale venne sciolto per presunte infiltrazioni mafiose e tre commissari straordinari gestirono la vita amministrativa del Comune sino alla prima elezione diretta del sindaco, il professore Ernesto Licata. Anche per la nostra città fu il momento del passaggio dalla prima alla cosiddetta seconda repubblica. Quello cui abbiamo assistito quattro anni fa è stato in realtà un auto scioglimento  del consiglio comunale, dimessosi in massa per questioni non solo politiche. Il sindaco Angelo Graci non seguì l’esempio dei consiglieri e decise di continuare e completare lo stesso il proprio mandato visto che una legge in vigore solo in Sicilia glielo consentiva. Ma ne è venuta fuori per quattro anni una situazione anomala e unica nell’intero paese. Una situazione di democrazia incompleta: con un solo potere – quello del sindaco – legittimamente espressione della volontà popolare. A prendere il posto del consiglio comunale è stato il commissario Terranova, nominato dalla Regione, che ha comunque svolto con molta attenzione il proprio compito di controllo degli atti amministrativi. Insieme al nuovo sindaco, dopo le imminenti elezioni, avremo dunque il ritorno del civico consesso: con il suo presidente, le sue commissioni, e forse con una significativa rappresentanza femminile ora che è stata introdotta la doppia preferenza di genere. Dal 1994 il consiglio comunale ha eletto quattro presidenti: il professore Francesco Sanfilippo durante la giunta di Ernesto Licata; e poi, con l’amministrazione Saito, il geometra Giuseppe Ripellino (negli ultimi anni il licatese più votato), il dottor Domenico Cuttaia e il ragioniere Angelo Vincenti, rispettivamente con le amministrazioni di Angelo Biondi e di Angelo Graci. Tutti i presidenti finora eletti hanno svolto degnamente questa delicata funzione di garanzia politica e istituzionale.