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Le parole del manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento Mario Zappia sono state chiare: Licata rischia concretamente misure restrittive poiché non è stata ancora raggiunta quota settanta per cento dei vaccinati. Parole che in città hanno suscitato non poca preoccupazione, soprattutto tra quanti gestiscono attività commerciali già gravate da una crisi senza precedenti. Va precisato che Licata non è nella stessa condizione di Palma di Montechiaro (quello messa peggio tra i tre Comuni sotto osservazione) e Ravanusa e basterebbero davvero una manciata di somministrazioni per raggiungere il quorum necessario. A questo scopo, da oggi inizierà una sorta di rastrellamento degli indecisi. Saranno gli stessi medici di base – in sinergia con la direzione sanitaria – a contattare quanti non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose per capire il perché di questo rifiuto. L’obiettivo è quello di aumentare i numeri così da potersi presentare all’assessorato regionale Sanità (cui spetta comunque l’ultima parola) con dati migliori rispetto a quelli insufficienti attualmente. Sul fronte Covid rispetto alle scorse settimane la situazione si è andata via via normalizzando con i guariti che hanno di gran lunga superato i nuovi contagiati. Secondo l’ultimo report diffuso dall’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, attualmente in trattamento sanitario domiciliare sono rimaste venti persone. Solo un mese fa, era stata superata la doppia cifra. Un lento ritiro del virus, accoppiato ad un necessario incremento delle vaccinazioni, potrebbe far definitivamente scongiurare l’opzione restrizioni che grava ancora sulla città. Ecco perché quella che si apre oggi sarà una settimana particolarmente importante sul versante sanitario. In cui i medici di medicina generale saranno direttamente chiamati in causa per tentare di convincere quanti più pazienti possibile a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid e aumentare così una percentuale ancora ritenuta troppo bassa.