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Inchiesta Waterloo, sul sistema di depurazione prende posizione il PD cittadino con una nota del coordinamento locale.

Sono dure le parole della Procura di Agrigento nel provvedimento di fermo, scaturito dall’inchiesta “Waterloo”, inchiesta che riporta nuovamente alla ribalta della cronaca,la pessima gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento, una gestione che ha visto convivere per tanti anni, delinquenza, interesse e mala politica. Già nel 2014, con note stampa, interrogazioni consiliari, incontri con istituzioni provinciali e regionali che possono testimoniare il nostro impegno di allora e di oggi, avevamo denunciato, come Partito Democratico, il problema dello sversamento a mare del depuratore di contrada Ripellino chiedendo di annullare  immediatamente la riscossione del canone di depurazione dalla tariffazione delle bollette.
Vorremmo ricordare, inoltre, che già dall’agosto 2013 erano apparsi sulla stampa dubbi sul funzionamento del depuratore e sul mancato rispetto della normativa europea di gestione dello stesso. Da allora ad oggi, come emerge dall’ inchiesta Waterloo, nulla è cambiato, il depuratore continua a non funzionare con danni incalcolabili sulla salute, sull’ambiente e per le tasche di noi cittadini. “Depuratore di Licata pericoloso e precario” affermano i Pm di Agrigento, dunque, chiediamo al Sindaco di prodigarsi insieme alla sua amministrazione per tutelare con ogni mezzo la salute dei suoi cittadini puntando sul controllo del depuratore e sulle azioni che verranno o che dovrebbero essere messe in atto; chiediamo il rimborso della quota di depurazione ingiustamente pagata e la costituzione parte civile del nostro Comune, come già preannunciato da diversi sindaci e dalla Federconsumatori, in un eventuale processo “Waterloo”. Chiediamo al Sindaco di prendere posizione su questo argomento e di agire di conseguenza perché su questo tema il silenzio suo e della amministrazione è assordante e potrebbe essere intrepetrato come una precisa scelta politica.