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Era un grande organizzatore culturale, amante della sua e dell’altrui poesia. Sapeva scoprire, lanciare e incoraggiare giovani scrittori con la sua casa editrice catanese Prova d’Autore. Fuori Licata, il mio primo libro – Storia amara del ’43 – l’ha pubblicato lui. E dopo avermi consigliato, trovandomi d’accordo, cosa sistemare primo di darlo alle stampe. Poi il nostro rapporto editoriale, e la nostra amicizia, è continuato. Senza più bisogno di modificare i manoscritti perché avevo capito qual era la sua idea di letteratura e di editoria.

Mario Grasso, il Professore (come lo chiamavamo), è morto a 90 anni e dopo aver attraversato quasi un secolo d’impegno e di promozione culturale, scritto un’infinità di libri, di articoli su La Sicilia, fondato riviste letterarie, coltivato amicizie importanti nel campo delle patrie lettere. Ma fu molto conosciuto e apprezzato anche nell’Unione Sovietica.

Con lui ho intrattenuto un intenso rapporto epistolare. Ci capivamo meglio, e a mezza parola, con le mail che quando parlavamo al telefono. Mi coinvolgeva sempre quando c’era da scrivere un libro a più mani. E così il mio contributo figura, con quello di vari autori, nelle raccolte di saggi su Sebastiano Addamo, Giuseppe Pontiggia, Leonardo Sciascia (per i trent’anni dalla morte) e su Rosa Balistreri, che Prova d’Autore ha voluto onorare qualche anno fa.

Carmelita Celi scrive oggi su La Sicilia che Grasso aveva un cervello bilingue per l’importanza che attribuiva al dialetto e allo scrivere in dialetto. E che aveva una sola regina: Nostra Signora Poesia. La Sicilia perde uno dei suoi figli prediletti e più autentici. Noi un amico e un maestro.

Gaetano Cellura