Pubblicità

Quando partirà il servizio di refezione scolastica nelle scuole materne comunali? E’ una domanda che si pongono i genitori dei tanti bambini che frequentano gli asili di pertinenza dell’Ente e in cui la mensa scolastica non ha ancora preso il via. E i tempi – a giudicare dalla risposta ad un’interrogazione proposta dal Movimento Cinque Stelle – si prospettano parecchio lunghi. “Per quanto riguarda la ripresa del servizio nel corrente anno scolastico – si legge nella risposta dell’assessore Callea e del vicesindaco Montana – si specifica che con la somma di 9mila euro restante dal 2019 non si riesce a coprire neanche l’arco temporale di una settimana di servizio di refezione scolastica. Fermo restando l’esiguità della somma – continua la risposta del Comune – non è possibile utilizzare la stessa per riattivare il servizio, considerato che attualmente si è in regime di gestione provvisoria e pertanto è possibile impegnare le somme solo nel caso in cui vi sia un danno grave e certo per l’Ente e la refezione scolastica non rientra in questa casistica”. Ergo, per il momento nulla di fatto per quanto concerne la mensa e genitori che dovranno accontentarsi o di provvedere al pranzo dei figli con i classici panini o prelevarli dagli asili ad ora di pranzo. Il Comune sta tentando di “avvalersi di altri sistemi che assicurino nello stesso tempo la salubrità degli alimenti e il rispetto delle normative vigenti al fine di garantire il servizio mensa ai bambini delle scuole dell’infanzia”. Disappunto notevole da parte dei genitori. “Non poter garantire un minimo di servizio di refezione scolastica è semplicemente vergognoso – uno dei commenti che abbiamo raccolto – Pur tra mille difficoltà di bilancio, il servizio, negli anni precedenti, è sempre stato garantito…per periodi ridotti, ma garantito!!! Ora, mi chiedo, ma un’amministrazione che non può neanche garantire un minimo di servizio a tutela dei bambini e a sostegno delle famiglie, che cosa fa? Cosa fa per garantire un diritto? Cosa ha programmato per risolvere o quantomeno provare a risanare le finanze dell’Ente?”.