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Il reddito di cittadinanza non permetterà più di “intraprendere percorsi illegali o clientelari”? Il deputato siciliano dei Cinque Stelle che lo sostiene (Repubblica di ieri) dimentica o ignora la situazione reale, soprattutto in Sicilia, degli ex Uffici di collocamento – oggi Centri per l’impiego – e dei nove Ispettorati del lavoro, uno per provincia, che dovrebbero vigilare sul lavoro nero cui un potenziale beneficiario del nuovo reddito può sentirsi incentivato in assenza dei relativi controlli. E si tenga presente che nell’intera isola sono solo 96, un po’ pochi, gli ispettori adibiti a questo compito.
I disoccupati non sono tutti uguali. Ci sono quelli veri e quelli finti. Quelli cioè che lavorano in nero. Per questi ultimi una misura meramente assistenziale come il reddito di cittadinanza rischia di diventare un premio alla faccia di chi lavora onestamente pagando tasse e contributi previdenziali.
Premiare il lavoro nero o spronare chi non ha neppure quello a cercarlo, godendo già del reddito di cittadinanza, è un percorso legale? Rispondere sì vorrebbe dire avere davvero una strana idea di legalità.
In Sicilia per di più i Centri per l’impiego sono da tempo al collasso, veri e propri ammortizzatori sociali per i dipendenti regionali che vi lavorano. E mal distribuiti negli uffici dell’Isola – cinquanta a Castelvetrano e ventuno a Palermo per fare un esempio. Si occupano solo di forestali e delle giornate nell’agricoltura. Nessuna azienda o ente pubblico vi ricorre. Preferiscono infatti, e non da ora, rivolgersi alle agenzie private per soddisfare la pur bassa offerta di lavoro.
Riorganizzare i Centri per l’impiego è tutt’altro che semplice. Molti sono sforniti di computer funzionanti e non hanno ancora impiegati formati per le nuove sfide del mercato. In sostanza questi centri sono così indietro che negli anni scorsi si è persino pensato di chiuderli.
Il reddito di cittadinanza si può condividere o meno. Nel senso che va bene se è una misura transitoria alla ricerca di un lavoro che proprio i Centri per l’impiego dovrebbero offrire senza esserne in questo momento in grado; e che va male se deve restare in eterno un sussidio di disoccupazione e per di più pure elargito – senza il giusto controllo degli ispettori – a quanti lavorano in nero.

Gaetano Cellura