E’ durata poche ore la libertà di tre rapinatori canicattinesi, un uomo e due donne, in trasferta a Camastra. Ieri 30 maggio, alle ore 10 circa due donne ed un uomo si presentavano alla porta della gioielleria di Camastra. La proprietaria, tratta in inganno dalla presenza di due donne, ha tranquillamente aperto la porta blindata convinta di aver a che fare con dei normali clienti. Invece, i tre appena all’interno, sotto la minaccia di una pistola si facevano consegnare dall’attonita proprietaria gli astucci a rotolo, conservati in cassaforte, contenenti bracciali, collane ed anelli in oro. Portato a termine il colpo i tre, si dileguavano a piedi per le vie del piccolo centro. Scattato l’allarme, i Carabinieri delle Compagnie di Canicattì e Licata, coordinati dalla centrale operativa del Comando Provinciale, riuscivano a circoscrivere immediatamente l’intera zona bloccando tutte le arterie che da Camastra conducono ai centri vicini. I malviventi, viste precluse le via stradali di fuga, abbandonavano l’auto appena fuori il centro abitato di Naro e si allontanavano a piedi, per le campagne circostanti. Dopo qualche ora una “gazzella” della Compagnia di Canicattì bloccava uno dei rapinatori sulla provinciale Naro – Canicattì, nell’atto di nascondersi dietro il muro di un canale di scolo. Avendo già la descrizione somatica dei rapinatori, a nulla serviva il tentativo dello stesso di sviare i militari, dichiarandosi vittima della rapina della propria autovettura da parte di alcune persone armate. Quasi in contemporanea, a pochi chilometri di distanza, carabinieri dei Nuclei Operativi di Canicattì e Licata, notati movimenti sospetti nei pressi di un casolare abbandonato, vi facevano irruzione sorprendendo all’interno le due rapinatrici. Una di queste tentava una disperata fuga ma veniva bloccata dopo poche decine di metri. Vista preclusa qualsiasi possibilità di un’ulteriore tentativo di fuga, la stessa consegnava la pistola Mauser cal. 7,65 utilizzata per la rapina, che aveva ancora addosso. Nascosto in un anfratto della casa veniva rinvenuto l’intero bottino del valore complessivo di euro 100000. I tre, condotti presso gli uffici del Nucleo Operativo di Canicattì, venivano identificati in Milazzo Alessandro 35enne, pluripregiudicato di Canicattì, Amato Isabella, 27enne pluripregiudicata di Canicattì e Savaia Laura 19enne, incensurata di Palma di Montechiaro. Milazzo, Amato e Savaia, venivano dichiarati in arresto e dopo i rilievi segnaletici e dattiloscopici venivano posti a disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento che ne disponeva la detenzione agli arresti domiciliari Con l’arresto dei predetti, i Carabinieri non considerano concluse le indagini, perché la modalità d’attuazione della rapina è simile ad altre compiute sia in provincia di Agrigento che in quella di Caltanissetta. I militari stanno effettuando le verifiche del caso con l’ausilio, anche, delle comparazioni dattiloscopiche e fisico-somatiche.
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