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Cinque anni di battaglie finiti in fumo? Alla fine ci si arrende. A tutto. Al danno ambientale e paesaggistico enorme provocato alla bellissima sughereta di Niscemi. Ai possibili danni per le popolazioni siciliane. Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini dei cortei delle mamme di Niscemi, i loro striscioni anti-Muos, e nelle orecchie le parole dei bambini: “Non vogliamo le antenne perché fanno male alla salute”.

Soprattutto le donne, tante mamme, sono state protagoniste di quelle battaglie. Mamme che non volevano, ancora non vogliono far crescere i loro figli in Sicilia e nella zona di Niscemi in particolare. Ma anche tanti attivisti non violenti impegnati sul fronte del pacifismo, dell’ambientalismo, della dignità e della libertà dei popoli, a difesa della bellezza di un territorio ora offeso e ferito e del diritto a poter decidere del loro futuro.

Torri radio alte fino a 150 metri e antenne paraboliche con un diametro di più di venti. Queste ora trovi nella sughereta di Niscemi. Dopo averle viste istallare e provato inutilmente a impedirlo. Il Muos è composto di quattro satelliti e di quattro stazioni terra ed è gestito dal dipartimento della difesa degli Stati Uniti. Che decide sulla nostra sovranità come ai tempi della guerra fredda.

E il bello è che tutto questo è avvenuto durante i governi di centrosinistra, in Sicilia e a Roma. E le sole cose che abbiamo sentito dire è che la Sicilia, al centro del Mediterraneo, è in una posizione di difesa strategica. Che poi le onde del Muos facciano male (come dicono le relazioni del dottor Coraddu e del professore Zucchetti del Politecnico di Torino) è un fatto marginale.

Alla fine ci si arrende proprio a tutto di fronte al potere. Anche all’ingiustizia più palese. Ora che anche la sentenza di un tribunale della Repubblica, quello monocratico di Caltagirone, smentisce la Procura che aveva chiesto la confisca dell’opera realizzata.“Senza la prescritta autorizzazione” e in zona di inedificabilità assoluta e di interesse comunitario.

Gaetano Cellura