Dovremmo in pratica ascoltare alla TV di Stato, pagata con il canone dai cittadini italiani, quali emozioni la famiglia Riina e l’allora Capo dei capi provarono davanti al televisore mentre il telegiornale mandava in onda i servizi sulla strage di Capaci.
Cosa possono portare di utile queste emozioni francamente non si capisce. Per noi resta ancora, e sempre, forte e vivo il dolore per le stragi. E il dolore per il dolore dei familiari delle vittime in un paese che non è mai stato “normale” e stenta, come si vede, a esserlo a distanza di ventiquattro anni dall’uccisione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Non c’è, non può esserci altra emozione che questa. Che la Rai dunque rifletta sull’opportunità di mandare in onda la trasmissione. E di fregarsene degli indici di ascolto. Per rispetto alle tante vittime delle stragi mafiose.
Gaetano Cellura