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Si fa fatica (tanta) a non pensare una regia comune dietro la serie di incendi che ormai da settimane stanno aggredendo il territorio licatese. Dapprima è toccato all’area archeologica di Monte Sant’Angelo con il Castello e i resti di Finziade salvati da un miracolo, e dai sentieri tagliafuoco appositamente predisposti. Poi è toccato all’area rurale di Montegrande dove i pompieri hanno fatto la spola per giorni. Da ieri brucia ininterrottamente il Bosco Galluzzo e i danni, una volta spento il rogo, si prospettano catastrofici per le essenze arboree presenti all’interno di quel polmone verde. E per le coltivazioni vitivinicole vicine.

Quegli incendi – viste le dimensioni e i diversi punti di innesco – non possono essere scoppiati per cause accidentali. Non lo possiamo oggettivamente credere. E allora cosa può esserci dietro? Chi sta ferendo in questa maniera il nostro territorio? Cosa vuole ottenere? C’è in corso una nuova stagione dei roghi il cui obiettivo è quello di intimidire o mandare dei segnali a qualcuno? Questo ovviamente dovranno essere le forze dell’ordine ad accertarlo, ma la situazione – all’inizio di questa anomala estate 2023 – non è per nulla bella.

Vedremo come finirà con il Bosco di Galluzzo e quanto grandi saranno i danni causati al suo interno. Finora – grazie all’eccellente lavoro di Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e delle tante associazioni di volontariato – si è riusciti a contenere i danni in tutti i roghi divampati ma questa nuova escalation non lascia presagire nulla di buono. Qualcuno sta (pesantemente) scherzando col fuoco. E la città, la nostra città, sembra essere sotto attacco.

Giuseppe Cellura