Inoltre, il consigliere Violetta Callea impegna gli organi invitati “ad avviare tutte le iniziative per portare alla concessione di una deroga al parametro dei 500 parti per l’Ospedale di Licata, anche avvalendosi di consulenza tecnica che possa valutare e motivare la situazione di marginalità geografica del Comune di Licata, nonché avanzando la proposta di essere auditi presso la VI commissione all’ARS, e considerando l’ipotesi di formulare ricorso al TAR, anche in unione con i comuni limitrofi, corredato da un’istanza cautelare per ottenere, nell’immediato, la sospensione del provvedimento che minaccia di far chiudere il punto nascite di Licata”.
Non solo, ma tra l’altro, la firmataria dopo tutta una lunga serie di considerazioni, pur ammettendo che il San Giacomo d’Altopasso negli ultimi anni non è riuscito a raggiungere la soglia minima, sottolinea che i parti effettuati sono centinaia e che lo stesso nosocomio rappresenta il principale punto di riferimento delle partorienti di Licata e di tutto l’hinterland (Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Ravanusa, Riesi, Niscemi, etc), che è munito dei reparti di ostetricia, ginecologia, pediatria e che nel 2014 ha registrato un trend assolutamente positivo rispetto al 2013. Tutti elementi che candidano il San Giacomo d’Altopasso a mantenere il punto nascite al fine di garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini, così come riconosciuto dalla Costituzione.