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Punto nascite dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso nuovamente a rischio chiusura? L’allarme è lanciato dalla segreteria aziendale del Sindacato Cimo.

La Segreteria Aziendale CIMO, il Sindacato dei Medici, con la presente relazione segnala alla VI Commissione ARS le criticità e le inefficienze gestionali del Punto Nascita dell’Ospedale di Licata, oggetto di deroga concessa dal Ministero della Salute subordinata a garantire gli standard di sicurezza strutturali (adeguamento sala parto e sala operatoria) e funzionali (adeguamento dotazione organica per garantire la guardia attiva H 24)”. Relativamente agli standard di sicurezza strutturale l’ASP si è attivata adeguando sia la sala parto che la sala operatoria, gli standard funzionali(dotazione organica) non sono a tutt’oggi garantiti. Infatti continua lo stato di disagio e di sofferenza dei Dirigenti Medici di tutte le discipline, e in particolare, della Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Licata, che solo per dedizione e professionalità riescono ancora a tenere aperto il punto nascita. Dopo aver rimosso e mai sostituito 4 medici della U.O.S di Ostetricia e Ginecologia di Licata, di cui 2 inviati senza apparente motivo verso la U.O.C di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Sciacca, incrementando l’organico da 8 unità previste a 12 unità, ed una unità inviata ad Agrigento incrementando l’organico da 10 unità previste a 18 unità.
Tale distribuzione poco equa era stata rilevata in più riprese dal CIMO, senza aver avuto nessuna risposta e nessuna presa di posizione da parte dei vertici Aziendali, del Direttore f. f Dipartimento Materno-Infantile, principale artefice e responsabile di tali trasferimenti, ma quello che brucia di più è l’inerzia delle forze politiche locali, Provinciali e regionali i quali lasciano al loro destino la popolazione del territorio di Palma di Montechiaro e Licata. Attualmente l’organico della divisione dell’Ostetricia di Licata è di 3 unità contro gli 8 previsti dalla dotazione organica, più una specializzanda che fa solo i turni in tutoraggio, quindi in associazione ad altro medico a tempo indeterminato, tra l’altro già vincitrice di concorso presso altre ASP e presto dimissionaria. E’ palese che, in 3 unità non si possano ricoprire i turni h24 e le reperibilità senza creare stress occupazionale ed infrangere le norme di legge (legge 161/2014 Europea, sul giusto riposo dopo il turno di lavoro) e il contratto di lavoro, con grave rischio a carico dell’utenza e dei lavoratori stessi. Tutto ciò crea non poche criticità che porta ad uno stato di pericolo nelle risposte nei confronti dell’utenza, per eccesso di stanchezza degli operatori medici. Per coprire i turni, gli ambulatori, le prestazioni in sala parto e sala operatoria rispettando i LEA si ricorre ad un eccessivo carico settimanale di ore di lavoro, che superano i limiti della ragionevolezza e della tollerabilità psico-fisica da parte del personale medico. A ciò si aggiunga, l’impossibilità di fruizione delle ferie e dei riposi nella misura dovuta. Già da anni le prestazioni di servizio notturno superano la quantità prevista dal contratto di lavoro, considerato che, il personale medico si ritrova a ricoprire anche 4-5 notti di guardia in 10 giorni, di conseguenza il mancato rispetto dei periodi di riposo tra un turno ed uno successivo. Non si comprende come ad oggi gli organi competenti, AZIENDALI E REGIONALI , considerato che già Cimo ha relazionato in data 31/01/2018, sulle criticità assistenziali e gestionali dell’Asp di Agrigento, alla COMMISSIONE SANITÀ REGIONALE dove a suo tempo venivano garantiti interventi per superare le criticità rappresentate, abbiano potuto mantenere una costante inerzia relativamente alle doglianze sollevate. Ciò ha determinando una situazione che nel tempo potrebbe diventare esplosiva per l’utenza. A tutto ciò si associa che per garantire il servizio i medici debbono sorbirsi 20/30 turni di reperibilità invece che massimo 10 previsti mensilmente. In data 31/03/2021 con nota prot. n. 192 CIMO aveva invitato tutte le autorità aziendali e della ginecologia e ostetricia ad una conferenza di servizio per affrontare e quindi dare una svolta all’attuale criticità del personale dei punti nascita proponendo una giusta ed equa distribuzione di Dirigenti Medici, al fine di favorire la funzionalità dei punti nascita e soddisfare i bisogni dell’utenza del territorio suggerendo una mobilità d’urgenza a rotazione dei dirigenti medici anche con l’uso delle ore aggiuntive. A tutt’oggi purtroppo non ha avuto nessuna risposta o presa di posizione da parte degli Organi preposti. Vista la continua sottrazione di personale medico da questa U.O. verso altri ospedali dell’ASP di Agrigento, vista l’indifferenza da parte degli organi competenti alle nostre continue richieste di personale medico, visto l’immobilismo del Direttore del Capo Dipartimento Materno- Infantile, visto gli eccessivi turni di guardia e reperibilità a cui sono costretti, i Dirigenti Medici dell’ Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Licata, CIMO a salvaguardia dei suoi iscritti ribadisce la necessità di intervenire al più presto nell’interesse supremo dell’utenza dell’azienda e dei lavoratori. In considerazione delle ferie estive e dell’incremento previsto della popolazione durante la stagione estiva, e del netto trend in continuo aumento dell’attività assistenziale e dell’incremento del numero dei parti, si è fiduciosi nei confronti dei vertici dell’Azienda in un sollecito riscontro. Fra l’altro è inspiegabile perché sia stato sospeso e mai riattivato il servizio di parto-analgesia con protossido di azoto/ossigeno al 50%, di cui era stata pubblicata una delibera per l’uso di tale metodica presso tutte le Unità Operative dell’ASP, adducendo delle motivazioni poco veritiere e rilevanti, ritenendo che non è attivo il rilevamento della dispersione di gas anestetici pur essendo a conoscenza che la metodica è a ciclo chiuso e quindi senza dispersione di gas, privando la popolazione delle gestanti di un servizio utile e confortante che aveva tanto richiamato le partorienti anche dalle altre ASP vicine, felici di poter alleviare ed utilizzare tale metodica per un parto più dolce.

Rosaria Vaccaro – Segreteria Aziendale Cimo