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“Ad Agrigento la sanità sta morendo sotto una visione ragionieristica e di alchimie amministrative volte ad una gestione delle risorse umane spesso in difformità alle previsioni delle logiche normative e alla emergenza quotidiana forse a volte non tanto emergenza”.

Sono le parole dell’onorevole di “Prima l’Italia”, Presidente della Commissione di Verifica e Monitoraggio delle Leggi e Vice Presidente della Commissione Sanità Carmelo Pullara.

“Da un lato – spiega Pullara – la nuova ondata con l’impennata di contagi, dall’altra l’approssimarsi della stagione estiva con l’incremento della popolazione dettata dalla vocazione turistica della provincia, in uno ai già notevoli ritardi accumulati nell’erogazione delle prestazioni che sconta quello con il quale vengono definite, solo in taluni casi, le procedure di reperimento del personale, a fronte, per esempio, invece dell’immediatezza con la quale in maniera ragionieristica vengono ridotte le ore del personale assunto per l’emergenza covid sanitario e non, è il cocktail perfetto per fare implodere una sanità già deficitaria.

Nel tempo ho segnalato le numerose criticità, sono state fatte audizioni in Commissione Sanità e nella Commissione di Verifica e Monitoraggio delle Leggi che presiedo, sono state approvate risoluzioni , sono state fatte interlocuzioni, ma da Licata a Sciacca passando per Ribera, Canicattì ed Agrigento, la situazione dei pronto soccorsi e dei reparti è da terzo mondo, non solo per la carenza di assistenza dovuta alla difficoltà di trovare medici ma anche nella penuria e approssimazione dei presidi sanitari. Insomma la sanità ad Agrigento è deficitaria sul piano delle erogazione dell’ordinaria assistenza e ciò perché da un lato si ha una gestione sanitaria volta a tutto tranne che al principale fine di assicurare prestazioni sanitarie adeguate. E dall’altro una gestione amministrativa lasciata senza una programmazione e senza una idea delle priorità.

Vediamo annunci, riceviamo assicurazioni, ma la realtà toccata dai pazienti è da girone dell’inferno, si ha psicologicamente paura pure a fronte di uno stato di malessere a recarsi presso i nostri nosocomi.

L’ho suggerito più volte – conclude Pullara – incrementare il personale sanitario non medico per sopperire all’assistenza e garantirne una adeguata, ovviamente procedendo nell’immediato al ripristino delle ore contrattuali del personale assunto per l’emergenza covid, e si dia corso a tutte le procedure di assunzione del personale di tutti i tipi mantenendo il rispetto delle previsioni normative speciali, per il ricongiungimento familiare, ovvero quelle contrattuali come ad esempio la mobilità interna ovvero ancora quelle che consentono il diritto di accesso dall’esterno come le stabilizzazioni e le mobilità. Troppe parole, troppa filosofia, pochi fatti, con la sensazione che a tutto si pensi fuorchè alla gestione di una sanità adeguata ed ovviamente le colpe non sono mai del singolo o del solo”.