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On. Pullara: i politici non devono venire prima delle categorie vulnerabili, ma per svolgere l’attività istituzionale tra la gente e di supervisione negli ospedali è opportuno che siano vaccinati.
In merito alla querelle innescata a seguito delle dichiarazione del Presidente Miccichè che ha chiesto che anche i deputati e i dipendenti dell’ARS possono accedere, il prima possibile, alla campagna vaccinale, ritengo che l’aggressione subita non trovi giustificazioni.
Appare più un’aggressione mossa da un populismo sfrenato, tesa a determinare una reazione solo per preconcetto nei confronti della politica- afferma l’On. Pullara, vicepresidente della Commissione Sanità all’ARS.
Ricordo a me stesso che si chiede alla politica di rimanere tra la gente per ascoltarne i bisogni e provare a venirgli incontro in questo momento particolare e così abbiamo fatto non sospendendo le nostre attività sul territorio anche quando le attività parlamentari, obbligatoriamente, si sono dovute interrompere. Io stesso- continua il deputato regionale- nei periodi caldi, così come hanno fatto tanti altri miei colleghi, siamo stati presenti non solo sul territorio e pronti all’ascolto, ma anche vigili e presenti negli ospedali anche forse solo per un supporto istituzionale che desse maggiore forza alle direzioni impegnate in scelte difficili e che attraverso il confronto istituzionale potevano trovare maggiore forza.
Ovviamente, questo è valso ancor di più per i componenti delle commissione più interessate e chiamate in causa, così come per coloro i quali occupano responsabilità istituzionali, ovvero di rappresentanza politica.
Certo, non vogliamo venire prima dei soggetti considerati maggiormente vulnerabili come per esempio i disabili gravi e gravissimi, di cui oggi abbiamo approvato una risoluzione in commissione Salute per evitare differenziazioni, o i soggetti fragili. Ma certamente, dovremmo essere considerati alla stessa stregua di tutti gli altri lavoratori che devono avere a che fare con un’ampia platea di soggetti, anche per dovere istituzionale ritrovarsi all’interno di locali chiusi per svolgere compiti costituzionalmente tutelati e per i quali si è ricevuto un mandato popolare.
Forse – conclude Pullara- abbassare i toni a chi butta la palla più lontano nella partita del populismo sarebbe auspicabile, pensando maggiormente a come superare questo difficile momento e sostenere, economicamente, chi ne sta subendo un danno importante e forse irrimediabile, compresi i nostri giovani che subiranno un rallentamento della crescita culturale con una ricaduta nei prossimi decenni per il sistema Italia.