di Gaetano Cellura C’è poco movimento in giro. A Licata si fa buona amministrazione ma non si fa politica. E senza politica il rischio che la città corre, in provincia e proprio ora che la Provincia si riorganizza come istituzione, è quello dell’irrilevanza: del contare poco per non contare nulla. Del delegare ad altri comuni, magari molto più piccoli del nostro, il governo del territorio e gli onori e gli oneri che questo comporta. Direte: nihil novi sub sole, ci siamo abituati. Direte (e non posso darvi torto) che stiamo per rivedere, aggiornato, il film della nostra storia. Una vecchia storia. Qualche volta di rinunce; altre volte di vera e propria sottomissione elettorale e politica. Nell’uno e nell’altro caso possiamo prendercela solo con noi stessi: non con i politici agrigentini che decidono per noi e occupano, secondo logiche di potere, gli spazi che ben volentieri gli lasciamo.

All’elezione del presidente della Provincia in programma il prossimo 27 aprile, per come stanno le cose a una settimana dalla presentazione delle candidature, rischiamo di rivedere, salvo ripensamenti delle ultime ore, non solo il film del nostro passato ma pure quello del nostro recente presente. E cioè quanto è avvenuto durante il processo politico che ha segnato, con la nascita dell’Aica, il ritorno all’acqua pubblica nel nostro territorio provinciale. Anche in quella  partita abbiamo deciso di giocare un incomprensibile ruolo marginale. Deficit di classe politica certamente. Ma deficit di classe dirigente soprattutto.

Ricordiamo che le elezioni provinciali sono di secondo livello: possono votare solo i consiglieri comunali e possono correre, per la presidenza, solo i sindaci del territorio presentando le proprie candidature entro il 7-8 aprile. Dalle notizie in mio possesso Angelo Balsamo, sindaco di Licata, non sembra voglia correre per questa nuova carica (compatibile – lo dico per dovere di cronaca – con quella che già ricopre). Dice di voler dedicare tutte le proprie energie alla città. Cosa che senz’altro gli fa onore. Ma Licata, per scomodare la storia, è dai tempi del dottor Volpe che non ha un presidente della Provincia. E l’ente si presenta oggi come risorto e di buona prospettiva. Conviene rinunciarvi a priori? Per cui dico al Sindaco di ripensarci. L’asse politico Di Mauro-Gallo avrebbe i numeri per farlo eleggere. E non è detto – fatto questo da tenere nella giusta considerazione – che le energie spese per la Provincia non possano tornare utili alla città.