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Mentre proseguono i trasbordi dalla Sea Watch (la motovedetta è uscita per raggiungere la nave), arriva un appello dalla Comunità ecclesiale di Licata.

Tutta la Comunità Ecclesiale di Licata segue con attenzione le recenti vicende circa la Sea Watch 4,
ormeggiata nei pressi del porto della Città. La Comunità ecclesiale cattolica non è indifferente alla
sofferenza di molti suoi fratelli e di molte sue sorelle che sono in totale precarietà e a rischio. È noto
a tutti che sulla medesima imbarcazione ci sono circa trecento persone, tra cui minori e persone affette
da patologie e bisognose di cure. Mentre nel giorno del Signore ci predisponiamo a celebrare
l’Eucaristia – Sacramento dell’unità, della condivisione e dell’amore che si fa dono per tutti –,
facendo tesoro delle parole di Gesù secondo cui «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12), rivolgiamo un accorato e sincero appello alle istituzioni
competenti. Chiediamo, a chi ne ha la diretta responsabilità, che alle persone che sono a bordo della
Sea Watch 4, venga celermente garantita la possibilità di essere ascoltate e di essere accolte in
condizioni decorose. È impensabile che ancora oggi si debba assistere, impotenti, al ripetersi di
scenari offensivi della dignità della persona umana. Fino a quando? È inconcepibile che dinnanzi alle
forti temperature che mettono a dura prova il fisico, alla malattia che colpisce alcuni ospiti della nave
e alla presenza di minori e di donne con neonati, si procrastini la concessione di un porto sicuro.
Auspichiamo che la nostra voce venga accolta e si giunga a soluzioni sagge e rispettose
dell’indiscutibile valore della persona umana. Lo Spirito del Signore illumini chi deve decidere e lo
faccia prontamente, perché si rinnovi, qui ed ora, l’attuazione della volontà del Signore Gesù Cristo:
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt
25,40).