Domani, mercoledì 6 novembre, alle 10, presso Casa Sanfilippo, avrà luogo la presentazione ufficiale del terzo corso di formazione intitolato “La preparazione dei rapporti tecnici e della documentazione necessaria all’iscrizione all’anagrafe nazionale delle varietà.” L’evento rappresenta un’importante occasione per approfondire tematiche fondamentali legate alla valorizzazione delle risorse genetiche vegetali e alla promozione del paesaggio culturale, nonché alla costruzione delle comunità del cibo.
Sarà presente il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, insieme all’Ispettore Provinciale dell’Agricoltura di Agrigento, Salvatore Accardi, al coordinatore del progetto, Lillo Alaimo Di Loro, e ai docenti e agli studenti coinvolti nel corso. La loro presenza sottolinea l’importanza del progetto e il sostegno delle istituzioni locali a iniziative volte alla valorizzazione delle risorse naturali e culturali del nostro territorio.
“Siamo lieti di ospitare un’iniziativa di tale importanza – commenta Sciarratta – che evidenzia l’impegno del Parco Valle dei Templi non solo nella tutela del patrimonio culturale e naturale, ma anche nella promozione della biodiversità e del paesaggio rurale siciliano. Il corso rappresenta un’opportunità unica per formare professionisti e cittadini nella conservazione delle risorse genetiche vegetali, valorizzando il nostro territorio e le sue peculiarità. La collaborazione tra istituzioni pubbliche, enti di ricerca e mondo professionale dimostra la centralità di questi temi per il futuro dell’agricoltura e delle comunità locali. Invitiamo tutti a partecipare per conoscere da vicino queste risorse e contribuire alla loro protezione e valorizzazione.”
Il corso è il risultato di una collaborazione proficua tra il Parco Valle dei Templi, l’Università di Palermo, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Agrigento e la Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e Forestali, con il patrocinio dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura. Grazie a queste sinergie, il corso si propone di fornire gratuitamente competenze avanzate ai partecipanti, con un focus sulla catalogazione e l’iscrizione delle varietà locali nei registri nazionali e regionali, favorendo così la conservazione e valorizzazione della biodiversità.
“Le risorse genetiche – spiega Accardi – giocano un ruolo importante nel mantenimento di un prezioso patrimonio che può essere impiegato nella qualificazione delle produzioni agricole. Senza biodiversità non c’è futuro per l’agricoltura in quanto una delle principale cause della desertificazione è la perdita di biodiversità”
Il percorso formativo si articola in tre moduli, per un totale di 60 ore, comprendenti sia sessioni teoriche che attività pratiche sul campo.
Il primo modulo, che si conclude oggi, ha affrontato la normativa di settore e le procedure per l’iscrizione nei registri delle varietà. Relatori di spicco come Paolo Inglese dell’Università di Palermo e rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura hanno fornito una panoramica dettagliata su queste tematiche, essenziali per la formazione dei partecipanti.
Il secondo modulo, in programma il 6, 7 e 8 novembre, si concentrerà sugli strumenti genetici per la tracciabilità delle filiere agroalimentari e sulle normative relative ai registri regionali della biodiversità. Sarà un’opportunità per approfondire le dinamiche locali attraverso focus group e visite sul campo, coinvolgendo esperti di CREA e altri enti.
Il terzo modulo, previsto dal 13 al 15 novembre, esplorerà i distretti del cibo e biologici, fornendo un quadro normativo e presentando esperienze di comunità come modelli per la costruzione delle comunità del cibo.
Il corso è aperto non solo a professionisti del settore agrario e forestale, ma anche a soggetti non qualificati, che potranno ottenere un attestato di partecipazione. La partecipazione è gratuita e saranno previste agevolazioni per gli spostamenti verso le sedi delle attività pratiche.
L’iniziativa si inserisce nel contesto più ampio del Progetto Demetra, che mira a trasformare la biodiversità siciliana in un’opportunità per il territorio, attraverso una “utilizzazione attiva” delle risorse genetiche locali.