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foto viabilita 02I dati forniti dall’AIRE, e riportati anche da questo giornale sono veramente agghiaccianti: Licata a fronte di 38.057 abitanti 15.034 sono residente all’estero, pari al 39,5%.

Quando si parla di emigrazione penso ai primi anni del ‘900 quando si partiva per l’America; negli anni successivi iniziò l’emigrazione verso la Francia la Germania, la Svizzera ed il Belgio. Nella mia mente era un fenomeno che apparteneva al passato, reso anche in parte romantico dalla letteratura e soprattutto dal cinema. Invece non è così; è un fenomeno maledettamente attuale. Con la differenza che prima si partiva a 18/20 anni chiamati da un parente che già viveva da quelle parti. Oggi l’emigrazione investe cinquantenni che hanno perso il lavoro ed hanno sulla spalle mogli e figli da mantenere. In queste condizioni ha valore parlare di legalità, senso civico, vocazione turistica?

licata dall'alto(1)Ha senso indignarci per le bancarelle di frutta e pesci nei corsi principali, per le macchine posteggiate dove c’è un piccolo spazio, per i cani che scorrazzano indisturbati a branchi, per la rumorosità molesta di certe moto? E mi voglio fermare qua. La vera vocazione di questa città è quella all’emigrazione. Oggi come allora. La Giunta Regionale del Presidente Crocetta non riesce a presentare il bilancio di previsione per il 2015 perché ha un passivo di 3 miliardi di Euro. Che futuro ci possiamo aspettare. Voglio fare un appello ai giovani, universitari, gruppi facebook che  dicono di amare Licata e “angiovi fritti”: questa città ha bisogno di voi della vostra freschezza, della vostra “genuinità ”, delle vostre idee;  scendete in campo, sporcatevi le mani non si può continuare solo  a guardare. L’indignazione è diventata un lusso sterile che non ci possiamo permettere. Ognuno deve fare la propria parte con le proprie capacità ed i propri limiti. Non si può lasciare campo libero agli altri e poi lamentarsi,  perché se non si gioca non c’è alcuna possibilità di vincere. Siamo in piena  emergenza, questa è la nostra alluvione, gli argini hanno ceduto,  siamo in alto mare, siamo naufraghi in balia delle onde e quando ci si trova in alto mare le cose sono due: o si nuota o si annega.

(s.f.)