La condizione dell’area portuale di Licata arriva sul tavolo dei ministri alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e dell’Interno, l’agrigentino Angelino Alfano. Ai due membri dell’Esecutivo è stato infatti presentato un atto di sindacato ispettivo che come prima firma reca quella del senatore Francesco Campanella. “La situazione del porto di Licata – si legge nell’esposto di Campanella – costituisce un gravissimo problema per la sicurezza della navigazione, per la salvaguardia della vita umana in mare, per la pubblica incolumità dei cittadini, nonché per ragioni di ordine pubblico e pubblica sicurezza. L’intera area portuale, scarsamente illuminata, è oggetto di illeciti di varia natura, dalla pesca di frodo, ai furti, allo spaccio di stupefacenti e a traffici illeciti”. Si sta tentando quindi di accendere un focus sulla situazione del porto di Licata, coinvolgendo le massime sfere politiche. Come si ricorderà, il peggioramento della condizione di sicurezza e di funzionalità dell’area è stato aggravato dallo spegnimento (adesso quasi totale) degli impianti di illuminazione, le torri faro, che ormai dal 2009 non sono più in funzione al cento per cento. Ed è proprio su questo aspetto che punta il dito l’esposto presentato dal senatore. “La mancata funzionalità dell’impianto di illuminazione del porto – scrive Campanella – causato da un guasto alla cabina sita nella banchina “Marinai d’Italia”, ha costretto il capo del circondario marittimo e comandante del porto ad emanare un’ordinanza per il divieto d’ingresso e di uscita dal tramonto all’alba di navi, galleggianti, natanti in genere, oltre a tutte le attività all’interno dell’ambito portuale”. Da lì la richiesta ai ministri Lupi e Alfano “per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto, se intendano attivarsi, per quanto di propria competenza, al fine di verificare quali siano gli interventi intrapresi e finalizzati ad impedire il persistere del degrado e della trascuratezza dello scalo marittimo di Licata e – conclude l’esposto – quali iniziative intendano adottare per verificare i fatti ed accertare le responsabilità dei disservizi, dei ritardi e dei mancati interventi”.
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