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PlatamoneSe il Domani fosse stato un partito invece d’una lista civica, il “caso Platamone” (e mi scuso con l’interessato se uso questa espressione) non ci sarebbe stato. Perché i partiti, quelli che abbiamo conosciuto fino agli anni Ottanta, avevano rispetto per le figure istituzionali, e le tutelavano sul piano politico e su quello elettorale.

In un passaggio della sua conferenza stampa il presidente del consiglio comunale di Licata ha fatto riferimento, con una punta di orgoglio politico, a quegli anni: e forse per dire, implicitamente, quello che noi pensiamo. I grandi partiti allora si rispettavano tra di loro. Non che la Dc, il Pci, il Psi, non avessero scontri e lotte intestine. Ma al dunque, cioè una volta arrivati alle elezioni, sapevano trovare la quadra, e gli scontri sapevano rimandarli al dopo.

Ognuno è libero di pensarla come vuole, di assumersi la responsabilità dei propri giudizi, ma è un fatto che di quegli anni e anche dei decenni che li hanno preceduti e seguiti, il ragioniere Titta Platamone, papà di Saverio, attuale presidente uscente del consiglio comunale, è stato protagonista. Uno di quelli che hanno contribuito alla forza e all’organizzazione della Dc a Licata. Ma questa è storia ormai, lasciamola perdere. E se giudizi dobbiamo esprimere, facciamolo senza mai mancare di rispetto alle persone. D’altra parte, dal 1948 a oggi, le elezioni sono state sempre libere in Italia: e ognuno di noi liberamente ha scelto questo o quel partito, questa o quella sua corrente interna, questo o quel candidato. È soltanto per il riferimento fatto da Saverio a quegli anni che vi torniamo, e soprattutto per rimarcare le differenze tra il presente e il passato.

Fossero ancora in vita quei partiti, fosse ancora in vita la Dc, il Presidente uscente del consiglio comunale ne sarebbe stato il capolista: per il rispetto dovuto alla sua prestigiosa carica. E ogni azione sarebbe stata messa in atto per farlo desistere dalla rinuncia alla candidatura. Questo, sostanzialmente, non è avvenuto. Ed è un segnale di debolezza della politica, dei partiti di oggi e delle liste civiche che ne hanno preso il posto. Perché il loro primo dovere era di tutelare le alte cariche istituzionali. L’unica, tra l’altro, quella ricoperta da Saverio, nell’attuale situazione politica della città.

Gaetano Cellura