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DSCF0074Persona seria in campo e fuori, Pippo Romano. Dietro la sua buona educazione, i toni pacati e i modi signorili c’è però il carattere forte, la grinta e la determinazione che non ti aspetti. Quella che sa trasmettere ai giocatori. Quella che mostrava in campo, quando giocava. Di lui ti colpiva di più la classe, è vero. La classe chi non ce l’ha non se la può dare. La grinta e la determinazione la puoi acquisire. La classe, no. Se non ne sei dotato, se la natura non te l’ha messa nei piedi e nella testa, puoi fare tutti gli sforzi che vuoi, puoi metterci il massimo impegno, ma non entrerà mai nel tuo bagaglio tecnico. Pippo Romano è stato un grande centravanti quando giocava in coppia con Maurizio Schillaci e una grande seconda punta quando supportava Ciccio La Rosa nel Licata dei tempi d’oro. È oggi allenatore stimato. Da tutti i giocatori che l’hanno avuto come “mister”. Da tutte le società che l’hanno scelto come tecnico. A Licata ha preso moglie. Alla città e ai colori gialloblu è rimasto sempre legato. Ha guidato il Licata l’anno scorso, ma senza fortuna. Forse, troppo in fretta aveva deciso di dimettersi. Quegli stessi tifosi che allora lo contestavano, oggi lo esaltano. L’anno scorso lasciò il posto in panchina a Pietro Infantino, cui subentrò poco dopo Giuseppe Balsamo che garantì alla squadra una tranquilla salvezza. Quest’anno, a campionato in corso, nel walzer tipico delle panchine, Pippo Romano si è ripreso il posto. Subentrando a Balsamo dopo uno sfortunato inizio di stagione per la squadra. I risultati sono stati straordinari. Il Licata, dall’inferno della zona retrocessione, è salito nell’empireo dei playoff. Sono stati questi risultati e l’attuale, invidiabile posizione in classifica dei gialloblu a fare in pochi mesi di Pippo Romano il “licatese” dell’anno.

g.c.