Pubblicità

NEWS_135564A Rossana Rossanda, compagna di fede politica, disse qualche mese prima provato dalla malattia: “Sono un morto che cammina”. Fine notista politico, forse il migliore in assoluto, ma anche autore di un bel libro come Servabo, quando gli chiedevano della giusta lunghezza di un pezzo, lui rispondeva: “Cinquanta righe, meglio se quarantacinque”. Quando a Enrico Berlinguer domandarono chi fosse il migliore giornalista italiano, il segretario del Pci non esitò a rispondere: “Pintor”. E la risposta non era certo dettata dal fatto che fossero sardi entrambi. Cadono oggi, e nel giorno della grande manifestazione di Roma organizzata dalla Fiom per la nascita di una vera forza politica di sinistra, i dieci anni dalla scomparsa di Luigi Pintor fondatore, con la Rossanda e Valentino Parlato, del Manifesto: dopo la loro radiazione dal Pci per divergenze (eresia, si disse) politiche. Noi vogliamo ricordarlo con qualche brano tratto da un suo articolo del 10 aprile del 2000: “La sinistra non fa i conti con quasi nulla ad alto livello… La sofferenza della condizione individuale, anche delle persone che hanno i soldi ma soprattutto di chi non li ha, è enorme… Nessuno vuole più migliorare il mondo, tutti vogliono arricchirlo e credono che sia la stessa cosa”

(g.c.)