Politica, pubblichiamo un intervento di Pino Galanti, candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative.
Dopo due anni di amministrazione targata Cambiano e alla luce delle recenti dimissioni di due Assessori, espressione di altrettanti gruppi politici, penso sia necessaria una riflessione per capire verso quali orizzonti politici e di sviluppo si stia dirigendo la nostra amata Città. Le parole contenute nelle lettere di dimissioni degli Assessori Ripellino e Damanti sono molto preoccupanti. Descrivono un quadro drammatico, quello di un Sindaco incapace di instaurare con la sua squadra un rapporto di dialogo e armoniosa condivisione. Ripellino e Damanti non sono i primi a dire di questo “modus operandi”. Già l’ex Vice Sindaco Montana, messo alla porta al primo rimpasto di Giunta, aveva riferito di questo atteggiamento da parte di Angelo Cambiano. Fatto sta che in soli due anni gli Assessori che hanno, volontariamente o meno, abbandonato il progetto di Cambiano sono ben sei (Gagliano, Licata D’Andrea, Triglia, Montana, Ripellino e Damanti). Non si può di certo parlare nè di sana continuità amministrativa, nè di un gruppo affiatato. Peccato che questi due fossero slogan cari a Cambiano durante la propria campagna elettorale.
Due anni fa prima di decidere di accettare la proposta del mio gruppo di candidarmi come Sindaco ho riflettuto molto sul significato dell’essere Primo Cittadino, leader e capo carismatico di una comunità.
Ritenevo e ritengo tutt’oggi che il primato non può e non deve concretizzarsi in un autoritarismo solitario e lontano dai gruppi che sostengono l’azione politica di una compagine amministrativa. L’isolarsi nelle proprie convinzioni, l’idea che comandare significhi far passare sempre e solo la propria parola per ultima svilisce e distrugge i benefici che il decidere in gruppo, forti di diverse prospettive e punti di vista, comporta.
Licata ha bisogno di una guida che sappia compattare e amalgamare con pazienza, attraverso l’ascolto e il dialogo, le diverse anime della Città. Il saper aggregare e unire sono un presupposto fondamentale per garantire a qualsiasi Comunità concrete prospettive di sviluppo. Oggi possiamo davvero dire che Licata abbia una Guida saggia capace di pacificare il clima politico e sociale in favore di uno sforzo collettivo orientato alla rinascita economica, civile e culturale di tutto il Paese?
Il mio modesto parere è che questa confusione e frammentazione amministrativa, le divisioni dentro e fuori dal Consiglio Comunale ci stiano facendo perdere anni importanti per affrontare e superare la dura crisi economica che dal 2009 tormenta l’Italia tutta, ed un paese “non facile” come il nostro in particolare.
Il mio auspicio è che la classe dirigente e politica cittadina tutta prenda atto che in questo modo non si può più continuare. Bisogna ritrovare unità e determinazione comune per raggiungere due obiettivi fondamentali: il primo è avere una leadership forte e compatta a Palazzo di Città. Il secondo è fare in modo che Licata abbia un proprio rappresentante a Palermo , all’Assemblea Regionale. Per raggiungere il primo è necessario che Cambiano inverta la rotta verso il dialogo e l’unità con tutte le forze politiche. Se ciò non dovesse accadere, e ad oggi siamo molto lontani, penso sia dovere delle forze di opposizione interrogarsi sulla necessità di dare a questo paese un’alternativa di governo cittadino. La Città ci osserva e non possiamo nascondere dietro a un dito il fatto che in molti si aspettano la presentazione di una mozione di sfiducia per Cambiano, già annunciata dal locale Segretario del Partito Democratico.
Per raggiungere il secondo, un naturale istinto di intelligenza e di responsabilità politica suggerisce di supportare con forza la candidatura di Carmelo Pullara, fino a questo momento il candidato licatese elettoralmente più quotato e credibile.
Mi auguro che il mio monito non resti inascoltato e che nei prossimi giorni altri soggetti politici raccolgano il mio appello.
Pino Galanti