I morti in quella strage sono stati otto e centodue i feriti. Oggi Manlio Milani, con tutti gli altri familiari delle vittime di cui presiede l’Associazione, può ritenersi in qualche modo soddisfatto. La verità, sancita dal processo d’appello bis, serve almeno alla storia del paese: con riferimento diretto agli anni tra il ’69 e il ’74, di misteri di Stato e di strategia della tensione.
Milani ha provato un dolore doppio. Quello atroce, vivo e diretto, di vedere la moglie, Livia Bottardi, morirgli tra le braccia a Piazza della Loggia. E l’altro, di sconforto e impotenza, ascoltando cinque anni fa la sentenza d’assoluzione, che ancora nel 2010 lasciava senza colpevoli la strage di Brescia e senza giustizia le sue vittime.
(g.c.)