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di Gaetano Cellura  Tra finanziamenti persi e sfide non ancora vinte si chiude a Licata il 2022. Ultimo dei cinque anni di amministrazione Galanti. Consiglieri in cerca d’autore e giunta comunale smarritasi strada facendo. Presenza fissa di spazzatura nelle strade e nei luoghi più visibili, a Natale come a Pasqua e a Ferragosto; una lenta e ritardata potatura degli alberi, cui aggiungere buche profonde e pericolose nelle più movimentate vie di transito cittadine, randagismo incontrollato, tanti roghi di rifiuti nei mesi scorsi, l’apertura del nuovo mercato ortofrutticolo sempre di là da venire; e, come non bastasse, anche un altro finanziamento perso, quest’ultimo indispensabile per porre un limite al dissesto idrogeologico, ci raccontano nel complesso un altro annus horribilis della città. Non può certo consolarci che tante altre città e comuni capoluogo siano nelle stesse condizioni. Questa situazione, di giorno in giorno più grave, dovrebbe promuovere all’unisono una forte protesta dei sindaci contro i governi, di qualunque colore, che fanno pagare ai comuni il prezzo della loro ferrea stabilità finanziaria, servile ossequio alle direttive dell’Unione.

Il fallimento della differenziata è colpa nostra principalmente. L’abbiamo ostacolata in tutti i modi – persino i più barbari e osceni. Laddove bastava seguire le semplici indicazioni di smaltimento differenziato dei rifiuti, senza alcun bisogno di controlli o di indottrinamento pedagogico. E proprio questo fallimento, il più eclatante, ha dimostrato che governare Licata non è difficile: è inutile.

Facile, a fine mandato, e viste le oggettive condizioni della città, attribuire le colpe all’amministrazione comunale. Che ha mostrato senza dubbio evidenti limiti in questi cinque anni. Ma bisogna anche riconoscere, a sua parziale giustificazione, che governare un comune in dissesto finanziario non è semplice per nessuno. E anche il prossimo sindaco dovrà misurarsi con questa problematica realtà.

Semmai, sul piano politico, se proprio si deve parlare di fallimento, forse questo è da ricercare nel progetto d’inizio mandato. Il suo disfacimento ha reso più accidentato il percorso amministrativo della città e forse anche le sue possibilità di crescita. Ma chi può affermare con certezza che ne sia lì la vera causa?  Ѐ certo invece che a giugno bisognerà ripartire politicamente da zero. E correndo per recuperare il tempo perduto.