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Pascoli nell’area archeologica, denuncia del Gruppo Finziade.

Queste immagini, pervenuteci nella giornata di ieri, sono uno sfregio al nostro Patrimonio culturale. Il Gruppo Archeologico Finziade, in quanto associazione che si occupa di valorizzazione storico-archeologica, muove una critica rivolta non soltanto al pascolo libero sulle rovine dell’antica Finziade ma a chi dovrebbe controllare, tutelare, rendere fruibili e sicuri i siti archeologici. La nostra associazione si indigna di fronte a episodi di questo genere e chiede agli organi competenti -che dovrebbero proteggere ogni testimonianza del passato e conservarne l’integrità come da codice dei beni culturali e da articolo 9 della Costituzione- come ciò sia stato possibile. Non esiste nessun tipo di valorizzazione senza tutela e questo a scanso di equivoci e di riforme ministeriali che hanno sconquassato la concezione di bene culturale in Italia. La Sicilia in questo è stata laboratorio: l’istituzione dei parchi, seppur idea interessante, ha avuto come effetto di “rigetto” il concentramento di risorse verso i cosiddetti “grandi attrattori” dimenticandosi della galassia di siti e contesti periferici di cui la nostra isola per fortuna è feconda.

Il rilancio turistico dell’Isola passa da politiche che utilizzano risorse umane ed economiche per valorizzare e tutelare anche i siti periferici.
Il prossimo venerdì una scolaresca farà tappa agli scavi durante una visita guidata. Speriamo di non trovarci nuovamente di fronte a questo scempio.
Come associazione ci appelliamo alle istituzioni preposte, salvate l’antica Finziade. Salvate il Patrimonio di tutta l’Isola.