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Carmen Scirè, Presidente del Comitato degli Assistenti Parlamentari al Parlamento europeo, ha incontrato lunedì la Presidente dell’Eurocamera. Formazione giuridica e tanta passione per la politica. Dalla Scuola Superiore di Catania a Bruxelles, oggi rappresenta circa 2000 giovani professionisti.
«Ai giovani che desiderano intraprendere la carriera presso le istituzioni europee dico di studiare, lavorare sodo, e che bisogna credere in sé stessi»
Tanti i giovani che negli anni hanno lasciato la Sicilia con un biglietto di sola andata in mano. Carmen Scirè, 38 anni, siracusana, è una di loro. Da 13 anni assistente parlamentare, si definisce una ‘siciliana innamorata della propria terra’. Lunedì ha incontrato la neo Presidente del Parlamento europeo, la deputata maltese Roberta Metsola, per illustrare progetti e proposte per migliorare la collaborazione tra amministrazione, deputati e assistenti, nel contesto lavorativo post pandemia. Raggiunta telefonicamente, ci ha spiegato che “il nostro modo di lavorare è cambiato profondamente negli anni, grazie alle nuove tecnologie, ma durante la pandemia il Parlamento è riuscito a fare ciò a cui è chiamato grazie all’impegno dei servizi, dei deputati e dei loro team di assistenti. Oggi dobbiamo cogliere quanto di positivo abbiamo imparato, nel ritorno alla normalità. Ringrazio la Presidente Metsola per la sua grande disponibilità e per aver riconosciuto l’importanza del nostro lavoro all’interno dell’Istituzione”.
La Scirè, dopo la laurea in giurisprudenza, si è trasferita a Bruxelles, conseguendo l’abilitazione alla professione forense. Molteplici le esperienze politiche e legislative in questo ruolo, dapprima al fianco di Giovanni La Via, oggi di Annalisa Tardino, che le hanno permesso di acquisire un bagaglio di competenze apprezzato tra i corridoi parlamentari. “Sono stata eletta da colleghi di diverse nazionalità, e da italiana non può che farmi piacere. Ho la possibilità di mettere a disposizione dei colleghi, insieme al comitato, la mia professionalità e di lavorare per offrire nuove opportunità all’intera categoria”. Si tratta di giovani preparati e competenti, che parlano due o tre lingue, e che lavorano in un ambiente dinamico e altamente competitivo. “Il Parlamento europeo offre grandi opportunità, ma richiede altrettanto impegno. Bisogna essere flessibili, disponibili, e capaci di lavorare sotto stress. Ma le gratificazioni sono all’altezza dell’impegno richiesto. Poter lavorare, facendo legislazione, nel cuore della politica Ue, è per me un’esperienza che consente di coniugare studio e passione e ho avuto la fortuna di poterlo fare per persone per bene e competenti, cosa che ha consentito, nel mio piccolo, di fare la mia parte per la mia terra”.