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Parcheggi sui terreni dove un tempo erano costruite le case abusive oggetto di demolizione, è polemica anche per questa stagione estiva. Il collegio difensivo del Comitato per la tutela della Casa ha scritto all’Ufficio Patrimonio e al dirigente del dipartimento Urbanistica al fine di “voler desistere dalla volontà di concedere a titolo oneroso le aree di sedime di proprietà comunale, in particolare dei terreni costituendi aree di sedime a seguito della demolizione degli immobili abusivi”. La nota è stata protocollata in Municipio nei giorni scorsi. Alla base della richiesta presentata dal Comitato per la Tutela della Casa c’è una procedura ritenuta “illegittima in quanto il tipo di concessione che si dovrebbe stilare con i titolari di stabilimenti balneari non è prevista dalla legge. Per tale tipo di contratto, la durata minima è di sei anni più sei”. Secondo lo studio legale che difende gli interessi degli ex proprietari degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune, la concessione per il solo periodo estivo non è proponibile. Un altro degli aspetti messi sotto la lente di ingrandimento è quello che vede i terreni in questione “non del tutto acquisiti poiché vi sono delle piccole parti rimaste agli originari proprietari e pertanto al fine di poterli concedere bisognerebbe effettuare il frazionamento delle parti non acquisite”. Un altro aspetto è quello di una presunta disparità di trattamento “in quanto è indirizzata solo ai proprietari di stabilimenti balneari (con un favoritismo nei confronti di quest’ultimi) escludendo altri terzi interessati ad avere in affitto il terreno (ad esempio anche gli ex proprietari)”. Infine la vexata quaestio delle aliquote per il riacquisto: il Comitato per la Tutela Casa evidenzia infatti “un’ulteriore disparità in quanto mentre per la vendita le aree vengono valutate con prezzi fuori mercato, per la concessione estiva vengono invece valutate con un prezzo irrisorio da fare pensare che il Comune vogli avvantaggiare qualche stabilimento o lido i quali, anziché comprarlo, otterrebbero la disponibilità ad un misero canone di locazione per un periodo di almeno dodici anni”.