Da Piazza San Pietro a Palazzo Chigi il corteo per l’amnistia, le carceri, la libertà e la giustizia ha percorso le strade di Roma nel giorno di Natale. La manifestazione è stata organizzata dai radicali di Marco Pannella e di Emma Bonino per richiamare l’attenzione sullo stato di degrado e di sovraffollamento degli istituti di pena italiani e per le condizioni di sofferenza dei detenuti. Da decenni i radicali s’impegnano per il rispetto dei diritti umani e civili in battaglie di democrazia e di progresso come le leggi sul divorzio e sull’aborto; e come l’obiezione di coscienza, l’antimilitarismo, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, contro i guasti della giustizia, e a favore della responsabilità civile dei magistrati, della separazione delle loro carriere. Il caso Tortora e la degenerazione della partitocrazia li spinse a promuovere due referendum sul principio di responsabilità dei giudici e sul finanziamento pubblico ai partiti, largamente votati e vinti ma disattesi, nel primo caso, e modificati nel secondo, dal Parlamento.
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Sono state soprattutto le vittorie nei referendum sul divorzio e sull’aborto a mostrare quanto l’Italia fosse cambiata e diventata laica e libera. E quanta coscienza del diritto all’autodeterminazione avessero acquisito le donne. Libere finalmente di portare avanti o di interrompere la gravidanza. Promuovendo e sostenendo questi due referendum, i radicali italiani si dimostrarono al passo con i tempi, in grado di capire la società, la fase di evoluzione e di crescita culturale e civile maturata al suo interno. Già da tempo, dagli anni del settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio e di Ernesto Rossi, il partito di Pannella aveva impresso connotati moderni al filone ammuffito del liberalismo italiano: in nome della laicità, della libertà di coscienza, dell’antifascismo e della non violenza gandhiana. È rimasto un partito minoritario quanto a consenso politico, ma sempre decisivo nelle iniziative e nelle battaglie laiche per la conquista politica di sempre nuovi diritti per i cittadini.
Sulla pena di morte nei paesi che l’applicano, l’amnistia, l’errore giudiziario, il garantismo e lo stato delle carceri italiane Marco Pannella, Emma Bonino, Rita Bernardini e tutti i libertari veri di ieri e di oggi non hanno mai avuto cali di tensione nella loro lunga marcia per la democrazia e per il diritto. E anche nel giorno di Natale l’hanno tenuta alta questa tensione. Per dire a tutti (soprattutto a chi governa e a chi legifera) che amnistia e clemenza sono necessarie. Che la legge Bossi-Fini e la legge Fini-Giovanardi vanno abolite. Che le carceri italiane sono piene di tossicodipendenti e di detenuti in attesa di giudizio. E che l’Europa non perde occasione per ricordarci quanto siano invivibili e indegne di un paese civile.
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