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 Il Pdl è un partito “scaduto”, non più conservabile. Daniela Santanchè non le manda certo a dire. E scatena un pandemonio. Tutti contro, definita sfascista sia da Alfano che da Frattini. “Berlusconi ha fatto un passo indietro per non consegnare il paese alla sinistra – dice al Tg4. – Sono rammaricata che il segretario Alfano e i coordinatori del partito non abbiano fatto altrettanto, per ricominciare da capo”. Il primo a reagire è Cicchitto: “La sua ipotesi è quella di distruggere tutto per dar vita non si sa bene a che cosa”. Poi Quagliarello aggiunge: “Se prevale la linea della Santanchè, io mi chiamo fuori”. Ma quale è questa linea? La pasionaria della destra è certa che Berlusconi sia “l’unico che abbia coraggio, gli altri hanno le palle di velluto”. Alfano le risponde che la linea del partito è inconciliabile con quella chiaramente sfascista della Santanchè. Che, sicuramente soddisfatta d’aver suonato la sveglia, replica al Segretario raccomandandogli di stare attento a non confondere il termine sfascista: “Lui ha preso in mano un partito al 22 per cento e ad oggi naviga intorno al 15, dopo aver perso fragorosamente le elezioni amministrative”. Agisce da sola la combattiva Daniela? Le sue parole sono frutto di ragionamenti personali, come precisa (per calmare le acque) la nota di Bonaiuti, portavoce di Berlusconi? Secondo alcune fonti pare proprio di no. La sua sortita pare sia ispirata dall’ex premier, stanco dell’andamento della situazione politica e tentato da un rinnovamento radicale del partito. A sinistra c’è chi rottama e chi si rassegna alla rottamazione. A destra c’è chi grida: “Dimettetevi tutti”. Il caos sotto il cielo.

(g.c.)