La salute, la sanità dei cittadini, non ha, di certo, un colore, una bandiera, nemmeno una voce più o meno autorevole o autoritaria, ma quella semplice che vede ciascuno responsabile nel proprio compito.
Non appartiene ad una fascia di cittadini e nessuno può affermare che il problema non interessa la propria persona, i propri familiari, il proprio territorio. Riguarda, indistintamente, assolutamente, tutti. È un bene che va tutelato prioritariamente dallo Stato e, non in subordine, da tutti i cittadini che, ai diversi livelli, hanno obbligo e il potere di incidere, ciascuno secondo coscienza, correttezza, deontologia, rigore morale, buona volontà, non ultima: l’umanità.
Non sono esenti neppure i cittadini comuni, della strada, i più deboli. In poche parole, tutti devono avere l’obbligo, il senso dell’appartenenza, l’interesse della salute propria, del prossimo.
Il problema, per cui ho ritenuto fare tale preambolo è presto detto: uno tra i tanti, è che il Reparto di Ortopedia dell’Ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, è, oramai, ridotto allo stremo; è rimasto un solo medico chirurgo a gestire, quando può, se può, le esigenze straordinarie dell’intero territorio Licata, Palma, Canicattì, Naro e così via.
Questo, vuole essere un sentito appello, nell’ambito della collaborazione, un ulteriore tentativo di sensibilizzazione civica, sanitaria, umana, per quello che può valere, sicuro che servirà a poco se non a niente, anche perché tutti gli addetti ai lavori e della materia, ai vari livelli, ne sono già ampliamente e specificatamente a conoscenza.
Gira, giustamente, tra il personale medico-sanitario, sfiducia, apatia, ma la speranza è che il buon senso civico, l’amor proprio, sollecitino la coscienza di tutti i responsabili ai vari livelli, scuotendoli, una volta per tutte, dal torpore del disinteresse, dalla negligenza, dallo sconforto.
Prof. Vincenzo Scuderi – Volontario – operatore umanitario